mercoledì 10 agosto 2016
Lo ha ricordato Papa Francesco durante la catechesi dell’udienza generale, commentando l’episodio del Vangelo, accaduto sulla porta di Nain, quando Gesù compie il miracolo della risurrezione di un ragazzo morto perché mosso a compassione dalle lacrime della madre. Francesco ha spiegato che “varcando la soglia” della Porta Santa “noi compiamo il nostro pellegrinaggio dentro la misericordia di Dio”.
Porta Santa: dal dolore alla compassione di Dio
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La Porta Santa “è la Porta dell’incontro tra il dolore dell’umanità e la compassione di Dio”. Lo ha ricordato Papa Francesco durante la catechesi dell’udienza generale, tenuta come la scorsa settimana nell’Aula Paolo VI. Commentando l’episodio del Vangelo, accaduto sulla porta di Nain, quando Gesù compie il miracolo della risurrezione di un ragazzo morto perché mosso a compassione dalle lacrime della madre, Francesco ha spiegato che “varcando la soglia” della Porta Santa “noi compiamo il nostro pellegrinaggio dentro la misericordia di Dio che, come al ragazzo morto, ripete a tutti: ‘Dico a te, alzati!’. La parola potente di Gesù può farci rialzare e operare anche in noi il passaggio dalla morte alla vita. La sua parola ci fa rivivere, dona speranza, rinfranca i cuori stanchi, apre a una visione del mondo e della vita che va oltre la sofferenza e la morte. Sulla Porta Santa è inciso per ognuno l’inesauribile tesoro della misericordia di Dio!”. A braccio ha aggiunto: “A ognuno di noi: ‘Alzati!’. Dio ci vuole in piedi. Ci ha creati per essere in piedi: per questo, la compassione di Gesù porta a quel gesto della guarigione, a guarirci … E la parola chiave è: ‘Alzati! Mettiti in piedi, come ti ha creato Dio!’. In piedi … ‘Ma, Padre, noi cadiamo tante volte …’ – ‘Avanti, alzati!’. Questa è la parola di Gesù, sempre. Nel varcare la Porta Santa, cerchiamo di sentire nel nostro cuore questa parola: Alzati!”. Di fronte al ragazzo tornato in vita e restituito alla madre, «tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi” e “Dio ha visitato il suo popolo”. Quanto Gesù ha fatto non è dunque solo un’azione di salvezza destinata alla vedova e al suo figlio, o un gesto di bontà limitato a quella cittadina» ha proseguito Papa Francesco «nel soccorso misericordioso di Gesù, Dio va incontro al suo popolo, in Lui appare e continuerà ad apparire all’umanità tutta la grazia di Dio. Celebrando questo Giubileo, che ho voluto fosse vissuto in tutte le Chiese particolari, cioè in tutte le Chiese del mondo, e non solo a Roma, è come se tutta la Chiesa sparsa nel mondo si unisse nell’unico canto di lode al Signore. Anche oggi la Chiesa riconosce di essere visitata da Dio. Per questo, avviandoci alla Porta della Misericordia, ognuno sa di avviarsi alla porta del cuore misericordioso di Gesù: è Lui infatti la vera Porta che conduce alla salvezza e ci restituisce a una vita nuova. La misericordia, sia in Gesù sia in noi, è un cammino che parte dal cuore per arrivare alle mani…Dal cuore dove riceviamo la misericordiadi Dio che perdona tutto, tutto, e ci solleva ci dà la vitanuova e anche ci contagia con la sua compassione. Ma da quelcuore perdonato inizia il cammino vero le mani, cioè verso leopere della misericordia».
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