sabato 16 febbraio 2013
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«La Chiesa, ciascuno di noi, attraversa la notte della prova, ma è la vigilanza incessante della preghiera che ci sostiene». Lo scorso 9 maggio, nell’udienza in cui commentava il brano degli Atti degli Apostoli sulla carcerazione e liberazione di san Pietro, Benedetto XVI invitava al dialogo «costante e unanime» con il Signore «anche per affrontare le difficoltà». Parole che possono essere prese a prestito per indicare lo stile con cui l’Italia abbraccerà con la preghiera Benedetto XVI negli ultimi giorni del suo pontificato.«Pietro e Ambrogio, una sola fede: è questa la nostra fiducia», scrive l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nella lettera ai fedeli della Chiesa ambrosiana che sarà letta all’inizio di tutte le Messe della prima domenica di Quaresima. Celebrazioni che, secondo le indicazioni di Scola, saranno occasioni propizie per pregare per il successore di Pietro. Due le speciali intenzioni: nella prima si chiederà al Signore di concedere a Benedetto XVI di sperimentare la sua «consolazione nell’affetto di tutta la Chiesa e nella riconoscenza di coloro che dal suo magistero sono stati aiutati a camminare nella fede» e di «donargli la gioia di vedere i frutti della sua dedizione, spesa con il sorriso gentile, in verità, fortezza e umiltà»; nella seconda, si esorterà l’intera Chiesa a vivere «questo tempo unita nella preghiera, nella carità e nella speranza per prepararsi ad accogliere il nuovo Pontefice». Sottolinea il cardinale Scola che anche attraverso la decisione della rinuncia «Benedetto XVI continua a confermare la nostra fede» e «la testimonianza del Papa ci ha mostrato che cosa sia una vita piena, capace di stare di fronte a Gesù, destino dell’uomo».Sarà una domenica di vicinanza a Benedetto XVI anche nel Vicariato di Roma. Nelle parrocchie e nelle chiese della diocesi si invocherà l’Altissimo «per il nostro vescovo, il papa Benedetto» e si chiederà che «specialmente in quest’ora» Ratzinger «sperimenti la forza della grazia di Dio e l’affetto filiale di tutti i credenti».Invita ad «accompagnare in questi giorni il caro e amato Santo Padre con una preghiera incessante e con l’affetto che si deve ad un padre buono e fedele che ci ha profondamente amati» il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Nel messaggio che ha inviato alla sua diocesi, Moraglia sollecita «tutti – pastori e fedeli – a vivere più intensamente il mistero della Chiesa, nella consapevolezza che è opera di Dio e per questo è sempre al di là e oltre gli uomini che le danno visibilità nei differenti momenti della storia». Secondo il patriarca, la decisione di Benedetto XVI è fonte di «dispiacere» ma «ci sentiamo edificati e siamo profondamente ammirati dal gesto di un uomo che mai ha ritenuto l’esercizio del sommo potere nella Chiesa come dominio personale ma sempre come reale servizio che domanda innanzitutto di espropriarsi del proprio io».«È il momento di unirci in preghiera», fa sapere l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, Luigi Moretti, che venerdì, alle 19, in occasione della festa della cattedra di San Pietro, invita «sacerdoti, religiosi, religiose, diaconi e laici, a celebrare l’Eucaristia» per il Papa nel Duomo di San Matteo.I vescovi della Sardegna hanno scelto il 28 febbraio per proporre veglie di preghiera in tutte le Cattedrali e le chiese dell’isola. A partire dalle 19.30 si affiderà «alla potente azione dello Spirito la persona del Papa, nel momento in cui rinuncia al suo mandato, per continuare ad immolare la propria vita nel silenzio del nascondimento e della contemplazione per il bene della Chiesa e del mondo», si legge in una nota della Conferenza episcopale sarda. Durante le veglie si invocherà lo Spirito Santo «anche per il breve tempo di sede vacante e perché la sua luce illumini le menti e i cuori dei padri cardinali, chiamati ad eleggere il futuro pastore universale della Chiesa».
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