mercoledì 16 aprile 2014
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La passione di Cristo "non è un incidente", egli "lascia che il male si accanisca su di lui e lo prende su di sé per vincerlo". La risurrezione non è "l'happy end di un film" o il "lieto fine di una bella favola". Lo ha affermato il Papa durante l'udienza generale davanti a oltre 25mila persone, spiegando il senso della settimana santa all'interno dell'anno liturgico.    "Il figlio di Dio infatti - ha detto papa Francesco - appare sulla croce come un uomo sconfitto, patisce, è tradito, vilipeso e infine muore. Gesù permette che il male si accanisca su di lui e lo prende su di se per vincerlo. La sua passione non è un incidente, la sua morte quella morte era scritta, davvero non abbiamo tanta spiegazione, è un mistero sconcertante il mistero della grande umiltà di Dio, infatti ha tanto amato il mondo da dare il figli unigenito".    "Questa settimana - ha suggerito papa Bergoglio - pensiamo tanto al dolore di Gesù e ci diciamo a noi stessi 'e questo è per me, anche se io fossi stato l'unica persona nel mondo lui lo avrebbe fatto, lo ha fatto per me", baciamo il crocifisso e diciamo 'per me, grazie Gesù per me". "Quando tutto sembra perduto - ha detto ancora il Pontefice - quando non resta più nessuno per le pecore disperse, è allora che interviene Dio con la potenza della risurrezione, non è il finale lieto di una bella favola, non è l'happy end di un film, ma è l'intervento di Dio padre e là si infrange la speranza umana".
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