domenica 1 agosto 2010
La Santa Sede ha sottolineato ieri - con l'Angelus del Papa - un'importante data per il disarmo internazionale ed anche una propria vittoria diplomatica: l'entrata in vigore della Convenzione contro gli ordigni a grappolo, accordo per il quale il piccolo Stato pontificio si è battuto con forza. 
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La Santa Sede ha sottolineato ieri un'importante data per il disarmo internazionale ed anche una propria vittoria diplomatica: l'entrata in vigore della Convenzione contro gli ordigni a grappolo, accordo per il quale il piccolo Stato pontificio si è battuto con forza.  Papa Benedetto XVI, nell'esprimere - durante l'Angelus domenicale a Castelgandolfo -  la sua soddisfazione per la messa al bando di queste armi micidiali che provocano "danni inaccettabili" ai civili, ha esortato tuttavia gli Stati del mondo ad aderire alla convenzione e a proseguire "con sempremaggior vigore" su questa strada. Infatti l'entrata in vigore della Convenzione non risolve i problemi; la Santa Sede è cosciente che si tratta solo dell'inizio di nuovi, lunghi bracci di ferro. La Convenzione  èstata firmata da 107 Stati, ma non da Paesi come gli Stati Uniti, la Cina, la Russia, Israele, l'India, il Pakistan, il Brasile. Tra i 107 firmatari poi, solo 37 hanno già ratificato la Convenzione. All'appello manca ancora, ad esempio, l'Italia. È chiaro che per estirpare del tutto quello che è anche un enorme business commerciale ci vorrà del tempo, come spiega ai microfoni della Radio Vaticana il nunzio presso l'Onu di Ginevra, mons. Silvano Maria Tomasi.  "I grandi, Cina, Stati Uniti e Russia, che hanno grandi stoccaggi di queste munizioni, non hanno firmato la Convenzione e non sembra che abbiano intenzione di farlo molto presto". D'altra parte, osserva il diplomatico vaticano, il fatto che l'accordo sia entrato in vigore crea pressione psicologica e "sopratutto da un punto di vista morale".  La Santa Sede, per ragioni umanitarie e etiche, è stata tra i primi Paesi a proporre il bando di tali ordigni: nel maggio del 2008, durante la Conferenza internazionale di Dublino, 107 Paesi hanno deciso di sottoscrivere la Convenzione divenuta operativa da oggi. Le bombe, o munizioni, a "grappolo" sono - come dice lo stesso nome - armi composte da molteplici parti che si sparpagliano ed esplodono a distanza. Benedetto XVI ha ricordato oggi "le numerose vittime che hanno sofferto e continuano a soffrire gravi danni fisici e morali, fino alla perdita della vita, a causa di questi insidiosi ordigni, la cui presenza sul terreno spesso ostacola a lungo la ripresa delle attività quotidiane di intere comunità".Per questo, ha detto il pontefice, "con l'entrata in vigore della nuova Convenzione, alla cui adesione esorto tutti gli Stati, la Comunità internazionale ha dimostrato saggezza, lungimiranza e capacità nel perseguire un risultato significativo nel campo del disarmo e del diritto umanitario internazionale". Adesso, però, serve l'adesione di chi finora si è tirato fuori. 
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