giovedì 26 dicembre 2013

Nel messaggio natalizio «Urbi et Orbi» papa Francesco ha chiesto accoglienza per i migranti "in cerca di dignità" e pace per i luoghi dei conflitti: Nigeria, Siria, Iraq e Sudan. «Pace non è equilibrio di facciata». IL TESTO / L'OMELIA DI NATALE​​​​​​​
Una voce ci dice di Angelo Bagnasco
Lo spirito del Natale di Jorge Mario Bergoglio (2011)

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"O Bambino di Betlemme,tocca il cuore di quanti sono coinvolti nella tratta di esseri umani, affinché si rendano conto della gravità di tale delitto contro l'umanità. Volgi il tuo sguardo ai tanti bambini che vengono rapiti, feriti e uccisi nei conflitti armati, e a quanti vengono trasformati in soldati, derubati della loro infanzia". Così ha pregato il Papa durante il il primo messaggio natalizio Urbi et Orbi del suo Pontificato.​"Dona speranza e conforto ai profughi e ai rifugiati - ha invocato il Papa - specie nel Corno d'Africa e in est Repubblica Democratica del Congo". Ha chiesto "accoglienza" per "i migranti" in cerca di dignità , e che "tragedie come quelle di quest'anno, con i numerosi morti a Lampedusa, non accadano mai più"."Signore del cielo e della terra, - è stata l'invocazione del Papa nell'Urbi et Orbi - guarda a questo nostro pianeta, che spesso la cupidigia e l'avidità degli uomini sfrutta in modo indiscriminato. Assisti e proteggi quanti sono vittime di calamità naturali, soprattutto il caro popolo filippino, gravemente colpito dal recente tifone". "Benedici la Terra che hai scelto per venire nel mondo - è l'invocazione del Papa a Dio, principe della pace - e fa giungere a felice esito i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi. Sana le piaghe - ha aggiunto nel messaggio - dell'amato Iraq, colpito ancora da frequenti attentati"."Dona pace - ha detto il Papa latinoamericano - alla Repubblica Centroafricana, spesso dimenticata dagli uomini. Ma tu, Signore, non dimentichi nessuno! E vuoi portare pace anche in quella terra, dilaniata da una spirale di violenza e di miseria, dove tante persone sono senza casa, acqua e cibo, senza il minimo per vivere. Favorisci la concordia nel Sud-Sudan, dove le tensioni attuali hanno già provocato diverse vittime e minacciano la pacifica convivenza di quel giovane Stato". "Tu, Principe della pace, - ha proseguito - converti ovunque il cuore dei violenti perché depongano le armi e si intraprenda la via del dialogo. Guarda alla Nigeria, lacerata da continui attacchi che non risparmiano gli innocenti e gli indifesi". "Non abbiamo paura che il nostro cuore si commuova, - ha esortato il Papa a braccio - ne abbiamo bisogno, lasciamolo riscaldare dalla tenerezza di Dio" le "carezze di Dio non fanno ferite, ci danno pace e forza, abbiamo bisogno delle sue carezze". "Lasciamoci commuovere dalla bontà di Dio", ha concluso riprendendo il testo scritto.
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