sabato 4 giugno 2016
Il Papa alle Pontificie opere missionarie: non siate una Ong, più passione meno organizzazione
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«Io ho paura – ve lo confesso – che la vostra opera rimanga molto organizzativa, perfettamente organizzativa, ma senza passione. Questo lo può fare anche una Ong, ma voi non siete una Ong! La vostra Unione senza passione non serve; senza “mistica” non serve. E se dobbiamo sacrificare qualcosa, sacrifichiamo l’organizzazione!». Sono parole dirette a scuotere anche quelle che a braccio il Papa ha rivolto questa mattina in udienza al fiore all’occhiello di Propaganda Fide: le Pontificie opere missionarie. Ai più di cento direttori dei segretariati internazionali delle quattro storiche storiche opere missionarie legate alla Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e accompagnati dal cardinale prefetto Fernando Filoni, che nel centenario della loro fondazione hanno concluso a Roma l’assemblea annuale, papa Francesco ha voluto richiamare ancora una volta qual’è il vero cuore di questi organismi al servizio della Chiesa
Riprendendo così le parole del fondatore missionario beato Paolo Manna, il quale «comprese molto bene che formare ed educare al mistero della Chiesa e alla sua intrinseca vocazione missionaria è una finalità che riguarda tutto il santo Popolo di Dio, nella varietà degli stati di vita e dei ministeri», Francesco ha detto che «formare alla missione vescovi e sacerdoti non significa ridurre la Pontificia Unione Missionaria ad una realtà clericale, ma sostenere la gerarchia nel suo servizio alla missionarietà della Chiesa, propria di tutti: fedeli e pastori, sposati e vergini consacrati, Chiesa universale e Chiese particolari».
 
«Oggi quindi – ha  aggiunto il Papa – la vostra Unione missionaria ha bisogno di questo: mistica dei santi e dei martiri. E questo è il generoso lavoro di formazione permanente alla missione che dovete fare; che non è soltanto un corso intellettuale, ma inserito in questa ondata di passione missionaria, di testimonianza martiriale». E ha perciò concluso auspicando che la passione per Dio e per la missione della Chiesa porti quest’opera «anche a ripensarsi nella docilità allo Spirito Santo, in vista di una adeguata riforma delle sue modalità -–adeguata riforma, cioè conversione e riforma – attuative e di un autentico rinnovamento per il bene della formazione permanente alla missione di tutte le Chiese». Non è la prima volta che il Papa si rivolge a questo organismo con energica chiarezza. Già lo scorso anno con parole dure aveva messo in guardia dal rischio di trasformarsi in una Ong: «I soldi aiutano ma possono diventare la rovina della missione! Una Chiesa che si riduca all’efficientismo degli apparati di partito è già morta – aveva detto – anche se le strutture e i programmi a favore dei chierici e degli auto-occupati dovessero durare per secoli». È trascorso un altro anno e l’insistenza del Papa a ribattere loro di nuovo su questo punto è la stessa.
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