venerdì 10 febbraio 2017
«Per me è stata una sorpresa» trovare in Italia tanti volontari, ha detto il Papa ai partecipanti all'incontro promosso dalla Commissione Carità e Salute della Cei per la Giornata mondiale del malato
(Foto Ansa d'archivio)

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Un appello «per le malattie rare e neglette, verso le quali non sempre viene prestata la dovuta attenzione, con il rischio di dare adito a ulteriori sofferenze».

Lo ha lanciato il Papa nel discorso che ha tenuto ricevendo in udienza la Commissione Carità e Salute della Cei, in occasione dei 25 anni della Giornata mondiale del malato e dei 20 anni dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute. A salutare papa Francesco a nome dei partecipanti all'udienza è stato il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione Carità e Salute della Cei.

«Ringraziamo il Signore per il cammino compiuto in questo tempo, per quanto è stato fatto a beneficio di una cura integrale dei malati e per la generosità di tanti uomini e donne che hanno accolto l’invito di Gesù a visitarlo nella persona degli infermi», ha esordito Francesco, ricordando che questi «sono stati anni segnati da forti cambiamenti sociali e culturali, in cui la ricerca scientifica è andata avanti e siamo riconoscenti per i preziosi risultati ottenuti per curare, se non per sconfiggere, alcune patologie».

«Auguro che il medesimo impegno sia assicurato per le malattie rare e neglette, verso le quali non sempre viene prestata la dovuta attenzione, con il rischio di dare adito a ulteriori sofferenze”, l’auspicio del Papa, che ha ringraziato anche “per tanti operatori sanitari che con scienza e coscienza vivono il loro lavoro come una missione, ministri della vita e partecipi dell’amore effusivo di Dio creatore; le loro mani toccano ogni giorno la carne sofferente di Cristo, e questo è un grande onore e una grave responsabilità».

«Così pure ci rallegriamo per la presenza di numerosi volontari che, con generosità e competenza, si adoperano per alleviare e umanizzare le lunghe e difficili giornate di tanti malati e anziani soli, soprattutto poveri e indigenti», ha proseguito Francesco.

Il grazie di Papa Francesco al mondo del volontariato italiano

«E qui mi fermo – ha aggiunto a braccio – per ringraziare la testimonianza del volontariato in Italia. Per me è stata una sorpresa! Io mai avrei pensato di trovare una cosa così! Ci sono tanti volontari che lavorano in questo, convinti. E questo è opera dei parroci, dei grandi parroci italiani, che hanno saputo lottare su questo campo. Per me è una sorpresa e ringrazio Dio per questo».

In un altro passaggio del suo discorso il Papa si è soffermato sul modello aziendale in ambito sanitario che «se adottato in modo indiscriminato, invece di ottimizzare le risorse disponibili rischia di produrre scarti umani». «Quando la persona malata non viene messa al centro e considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui. E questo è molto grave!». «Occorre essere vigilanti, - ha sottolineato papa Francesco - soprattutto quando i pazienti sono anziani con una salute fortemente compromessa, se sono affetti da patologie gravi e onerose per la loro cura o sono particolarmente difficili, come i malati psichiatrici.

Per Francesco «al primo posto c'è l'inviolabile dignità di ogni persona umana dal momento del suo concepimento fino al suo ultimo respiro. Non sia solo il denaro a orientare le scelte politiche e amministrative, chiamate a salvaguardare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione italiana, né le scelte di chi gestisce i luoghi di cura. La crescente povertà sanitaria tra le fasce più povere della popolazione, dovuta proprio alla difficoltà di accesso alle cure, non lasci nessuno indifferente e si moltiplichino gli sforzi di tutti perché i diritti dei più deboli siano tutelati».

Giornata mondiale del malato: la XXV edizione per la terza volta a Lourdes

Istituita 25 anni fa da Giovanni Paolo II con sei obiettivi, la Giornata mondiale del malato torna per la terza volta a Lourdes. Per l’occasione, si terrà dal 10 al 13 febbraio nella cittadina mariana il Colloquio internazionale “Il Magnificat, cantico della speranza” al quale parteciperanno tra gli altri il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato e legato del Papa per la celebrazione della Giornata; il cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale; don Carmine Arice, direttore Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei.


In tutto il mondo. Oltre a Lourdes, sede delle Giornate sono state negli anni Czestochowa (Polonia), Yamoussoukro (Costa d’Avorio), Città del Messico, Fatima (Portogallo), Loreto, Beirut (Libano); Roma, Sidney (Australia), Vailankanny (India), Washington. Yaoundé (Camerun), Adelaide (Australia), Seul (Corea del Sud), Altötting (Baviera). L’edizione 2016 si era svolta a Nazareth.



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