martedì 23 settembre 2014
​Il messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato: necessaria azione più incisiva contro il traffico di esseri umani. IL TESTO
LA NOTA Dagli anni '90 il 50% di migrazioni in più
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"Sospetti e pregiudizi si pongono in conflitto con il comandamento biblico di accogliere con rispetto e solidarietà lo straniero bisognoso"; questo il richiamo del Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (che la Chiesa celebra il 18 gennaio prossimo), reso noto oggi. Nel messaggio dal titolo significativo "Chiesa senza frontiere, madre di tutti", si ricorda che la Chiesa è "madre dal cuore aperto sul mondo intero, senza frontiere", in virtù del mandato universale affidato da Gesù ai discepoli il giorno di Pentecoste. Dunque nessuno va "considerato inutile, fuori posto o da scartare" e se le Chiesa vive effettivamente la sua maternità, la "comunità cristiana nutre, orienta e indica la strada". Certo, esiste la tentazione, anche tra i cristiani, di mantenersi a "prudente distanza" dalle piaghe dell'umanità, ma, esorta il Santo Padre, "il coraggio della fede, della speranza e della carità permette di ridurre le distanze che separano dai drammi umani". Gesù Cristo è sempre in attesa di essere riconosciuto nei rifugiati e nei migranti, nei profughi e negli esuli.Le ondate migratorie hanno assunto dimensioni tali che "solo una sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le Organizzazioni internazionali può essere in grado di regolarli e di gestirli. Ed ecco il richiamo forte del Papa: "E' necessaria un'azione più incisiva ed efficace, che si avvalfa ddi una rete universale di collaborazione" e che soprattutto metta al centro "la tutela della dignità e della centralità di ogni persona umana". In questo modo sarà più incisiva la lotta contro il traffico di esseri umani e tutte le forme di sopraffazione. Insomma, alla globalizzazione del fenomeno migratorio è necessario rispondere con la "globalizzazione della carità e della cooperazione", in moda da rendere più umane le condizioni dei migranti. Bisogna anche agire sui Paesi di provenienza, per ridurre le ragioni che spingono interi popoli a lasciare la loro terra natale.Infine il Papa ricorda che i migranti hanno "un posto speciale nel cuore della Chiesa, e la aiutano ad allargare le dimensioni del suo cuore", a partire dall'esperienza vissuta dalla Santa Famiglia esule in Egitto.Il messaggio è stato presentato questa mattina in Vaticano dal presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti, cardinale Antonio Maria Vegliò, che ha invitato a respingere "l'equazione tra immigrati e delinquenti". Il cardinale ha espresso perplessità sulla fine dell'operazione italiana di soccorso Mare Nostrum, sostituita dal programma europeo Frontex Plus: "Ci sarà certamente meno assistenza verso i migranti nel Mediterraneo", ha detto Vegliò. Monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, promossa dalla Cei, ha riferito che non è rimasto lettera morta l'invito diPapa Francesco - pronunciato esattamente un anno fa in occasione della visita al Centro Astalli di Roma - ad utilizzare gli edifici degli istituti religiosi per accogliere immigrati e rifugiati. "Dopo l'appello del Papa - ha detto Perego - sono state accolte 4mila persone, ed anche in queste settimane si continua ad esempio a Salerno. E ci risulta che diversiistituti religiosi stanno ristrutturando edifici".

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