lunedì 22 aprile 2013
​"Da voi mi sento bene accolto"; ha iniziato così la sua omelia papa Bergoglio, nel giorno del suo onomastico - oggi la chiesa ricorda San Giorgio - durante la Messa celebrata nella Cappella Paolina insieme a tutti i cardinali residenti a Roma. IL TESTO DELL'OMELIA
Gli auguri della Cei per l'onomastico del Papa
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"Da voi mi sento bene accolto"; ha iniziato così la sua omelia papa Bergoglio, nel giorno del suo onomastico - oggi la chiesa ricorda San Giorgio -, durante la Messa celebrata nella Cappella Paolina insieme a tutti i cardinali residenti a Roma.Papa Francesco ha seguito la processione d'ingresso impugnando di nuovo la ferula, cioè il "pastorale" utilizzato da Pio IX e "recuperato" qualche anno fa da Benedetto XVI. Tra i porporati presenti anche il cardinale decano, Angelo Sodano, che ha rivolto a nome dei cardinali gli auguri al pontefice. "In questa ricorrenza i confratelli cardinali presenti in Roma hanno desiderato stringersi intorno a lei che porta il bel nome di questo santo per ringraziare il Signore per i doni concessi e per implorare  doni abbondanti per il suo ministero petrino". Così Angelo Sodano, a nome anche degli altri porporati, si è rivolto a papa Francesco nell'indirizzo augurale. "Con questo spirito di comunione fraterna - ha aggiunto Sodano -, i cardinali le augurano ogni bene", chiedendo anche il dono della "fortezza cristiana". "Con lei, Padre Santo - ha proseguito il decano del Collegio cardinalizio - imploreremo questo dono della fortezza cristiana per coloro che soffrono per la fede, dal momento, come lei ci ha ricordato, che non è finito il tempo dei martiri". "O Signore - ha concluso Sodano -, per intercessione di San Giorgio sostieni la nostra debolezza. Questa, padre santo, è la nostra preghiera che eleviamo al Signore per lei in questo fausto giorno". Commentando le letture del giorno, il Papa ha sottolineato che “proprio nel momento in cui scoppia la persecuzione, scoppia la missionarietà della Chiesa”. “L’identità cristiana non è una carta d’identità”, ha spiegato il Papa, secondo il quale “l’identità cristiana è l’appartenenza alla Chiesa, alla Chiesa Madre”. “Trovare Gesù fuori della Chiesa non è possibile”, ha ammonito il Papa, che citando “il grande” Paolo VI ha aggiunto: “È una dicotomia assurda voler vivere con Gesù senza la Chiesa, seguire Gesù fuori della Chiesa, amare Gesù senza la Chiesa. È quella Chiesa Madre che ci dà Gesù, ci dà l’identità che non è soltanto un sigillo: è un’appartenenza”. La Chiesa va avanti “fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni del Signore”, ha proseguito il Santo Padre: “La Chiesa sempre va tra la Croce e la Resurrezione, tra le persecuzioni e le consolazioni del Signore. E questo è il cammino: chi va per questa strada non si sbaglia”.La Chiesa, dunque, come “Madre Chiesa che cresce con nuovi figli ai quali dà l’identità della fede, perché non si può credere in Gesù senza la Chiesa”. “Se non siamo pecore di Gesù, la fede non viene”, ha esclamato Papa Francesco: “È una fede all’acqua di rose, una fede senza sostanza”, che non gode della “dolce e consolante allegria di evangelizzare” di cui ha goduto Barnaba. Di qui l’appello con cui Papa Francesco ha concluso l’omelia: “Chiediamo al Signore questa parresìa, questo fervore apostolico, che ci spinga ad andare avanti, come fratelli, tutti noi: avanti! Avanti, portando il nome di Gesù nel seno della Santa Madre Chiesa e, come diceva Sant’Ignazio, gerarchica e cattolica. Così sia”. Auguri di buon onomastico sono arrivati al Papa da tutto il mondo.

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