mercoledì 10 settembre 2014
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Chiesa e tutela del creato. Papa Rancesco ha inviato un messaggio in occasione dell’incontro inaugurale della Rete Ecclesiale Pan-amazzonica (Repam) organizzato dalla Conferenza episcopale brasiliana e dal Consiglio episcopale latinoamericano a Brasilia in questi giorni, dal 9 al 12 settembre, sul tema: “Pan-Amazzonia: Polmone del pianeta”. L'obiettivo dell'iniziativa è quello coordinare e rafforzare l’impegno dei tanti organismi ecclesiali operanti per la protezione dell’Amazzonia, ma isolati e dispersi su un territorio vastissimo. Il testo, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, è indirizzato a monsignor Pedro Ricardo Barreto Jimeno, arcivescovo di Huancayo e presidente del Dipartimento Giustizia e Pace del Celam. Papa Francesco, come riporta la Radio Vaticana, esprime la sua gioia nel “vedere accolto il suo appello per la creazione di questa rete innovativa, specificamente orientata alle questioni ecologiche in Amazzonia”. Parlando ai vescovi brasiliani a Rio de Janeiro il 27 luglio 2013, aveva rivolto un “forte richiamo al rispetto e alla custodia dell’intera creazione che Dio ha affidato all’uomo non perché lo sfrutti selvaggiamente, ma perché lo renda un giardino. Nella sfida pastorale che rappresenta l’Amazzonia – aveva detto - non posso non ringraziare ciò che la Chiesa in Brasile sta facendo”, ma “va ulteriormente incentivata e rilanciata l’opera della Chiesa”. Nel suo messaggio, di fronte alle tante ma isolate iniziative della Chiesa cattolica per l’Amazzonia, invita a rispondere alla grande sfida di “vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questa marea un po’ caotica che può trasformarsi in una vera esperienza di fraternità, in una carovana solidale, in un santo pellegrinaggio. In questo modo, le maggiori possibilità di comunicazione si tradurranno in maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti. Se potessimo seguire questa strada, sarebbe una cosa tanto buona, tanto risanatrice, tanto liberatrice, tanto generatrice di speranza! Uscire da se stessi per unirsi agli altri fa bene” (Evangelii, Gaudium). Il Pontefice augura il “pieno successo” di questa iniziativa, “ricordando tuttavia che la rete digitale deve essere un luogo ricco di umanità: non una rete di fili, ma di persone umane. Non basta girare per le ‘strade digitali’, è necessario che la connessione sia accompagnata da un vero incontro: non possiamo vivere da soli, chiusi in noi stessi; abbiamo bisogno di amare e di essere amati, abbiamo bisogno di tenerezza. Solo così la testimonianza cristiana, grazie alla rete, può raggiungere le periferie esistenziali umane, permettendo che il lievito cristiano fecondi e faccia progredire le culture vive del Rio delle Amazzoni e i suoi valori”. Infine, il Papa auspica che la Rete Ecclesiale Pan-amazzonica contribuisca “ad ampliare le opportunità di comprensione e di solidarietà tra gli uomini e tra i popoli, riflettendo costantemente Cristo, quella ‘Luce delle nazioni’ che risplende sul volto della Chiesa universale e delle Chiese locali”. Di seguito la parte del discorso di Papa Francesco ai vescovi del Brasile in occasione della XXVIII Giornata mondiale della gioventù, in cui affronta il tema dell'Amazzonia. (27 luglio 2013) L’Amazzonia come cartina di tornasole, banco di prova per la Chiesa e la società brasiliane C’è un ultimo punto sul quale vorrei soffermarmi, e che ritengo rilevante per il cammino attuale e futuro non solo della Chiesa in Brasile, ma anche dell’intera compagine sociale: l’Amazzonia. La Chiesa è in Amazzonia non come chi ha le valigie in mano per partire dopo aver sfruttato tutto ciò che ha potuto. La Chiesa è presente in Amazzonia sin dall’inizio con missionari, congregazioni religiose, sacerdoti, laici e vescovi, e tuttora è presente e determinante per il futuro dell’area. Penso all’accoglienza che la Chiesa in Amazzonia offre oggi agli immigrati haitiani dopo il terribile terremoto, che ha sconvolto il loro Paese. Vorrei invitare tutti a riflettere su quello che Aparecida ha detto sull’Amazzonia,[12] anche il forte richiamo al rispetto e alla custodia del intera creazione che Dio ha affidato all’uomo non perché lo sfrutti selvaggiamente, ma perché lo renda un giardino. Nella sfida pastorale che rappresenta l’Amazzonia non posso non ringraziare ciò che la Chiesa in Brasile sta facendo: la Commissione Episcopale per l’Amazzonia creata nel 1997 ha già dato molti frutti e tante diocesi hanno risposto in modo pronto e generoso alla richiesta di solidarietà, inviando missionari laici e sacerdoti. Ringrazio Mons. Jaime Chemelo pioniere di questo lavoro e il Card. Hummes attuale Presidente della Commissione. Ma vorrei aggiungere che va ulteriormente incentivata e rilanciata l’opera della Chiesa. Servono formatori qualificati, soprattutto formatori e professori di teologia, per consolidare i risultati ottenuti nel campo della formazione di un clero autoctono, anche per avere sacerdoti adattati alle condizioni locali e consolidare, per così dire, il “volto amazzonico” della Chiesa. In questo, per favore, vi chiedo di essere coraggiosi, di avere parresia! Nel linguaggio “porteño” [di Buenos Aires] vi direi di essere intrepidi. Vai al testo integrale
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