sabato 12 giugno 2010
«L' economia e la finanza non esistono per sé stesse, sono solo uno strumento, mezzo. Il loro fine è unicamente la persona umana e la sua piena realizzazione nella dignità. È questo - ha detto il Papa ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti alla Riunione comune della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa - il solo capitale che vale la pena di salvare».
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«L' economia e la finanza non esistono per sè stesse, sono solo uno strumento, mezzo. Il loro fine è unicamente la persona umana e la sua piena realizzazione nella dignità. È questo - ha detto il Papa ricevendo in udienza in Vaticano i partecipanti alla Riunione comune della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa - il solo capitale che vale la pena di salvare».«Il mondo e l'Europa - ha detto il Papa - stanno attraversando un momento particolarmente grave di crisi economica e finanziaria», ma «questo non deve condurre ad imporre delle limitazioni che si basino solo su una analisi strettamente finanziaria». Benedetto XVI ha elogiato l'attività della Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa, «una banca con una vocazione esclusivamente sociale» e, portandola ad esempio, ha auspicato che la crisi «le permetta di mostrare la sua originalità rafforzando l'integrazione sociale, la gestione dell'ambiente e lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche a vocazione sociale».Ricordando poi la sua enciclica Caritas in Veritate ha definito l'umanità «l'unico capitale da salvare», un capitale in cui «si trova la dimensione spirituale della persona umana». Il Papa ha richiamato il valore della "fraternita", che "è generosa" e "non calcola", ammettendo la sua incompatibilità con la logica del profitto, un dualismo che, tuttavia, «non è un determinismo assoluto e insormontabile» ma «può essere superato». «La novità - ha aggiunto - sarebbe introdurre una logica che facesse della persona umana, e più specificamente delle famiglie e di quelli che sono in un grave bisogno, il centro e lo scopo dell'economia».
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