venerdì 1 gennaio 2010
Di fronte alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani, il Papa ha rivolto un «pressante invito a non cedere alla rassegnazione». Occorre «l'impegno concreto e costante dei responsabili delle nazioni». Lo ha detto nella Messa di Capodanno (Giornata della pace).
L'omelia di Capodanno | L'omelia del Te Deum
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Di fronte alle "minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani, ancora una volta - afferma il Papa - rivolgo un pressante invito a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione". Si tratta di un "difficile compito" per il quale "non bastano le parole, occorre l'impegno concreto e costante dei responsabili delle nazioni...". Lo ha detto nella messa di Capodanno, mentre nella notte una autobomba davanti a una chiesa di Alessandria d'Egitto, ha causato almeno 21 morti."L'umanità - ha detto papa Ratzinger prima del suo pressante invito a non cedere alla rassegnazione - non può mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell'egoismo e della violenza; non deve fare l'abitudine a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli". Papa Ratzinger celebra davanti a circa diecimila fedeli e nella omelia ha riproposto alcune frasi del messaggio per la 44ma Giornata mondiale per la pace, che la Chiesa vive oggi, intitolata quest'anno alla libertà religiosa. Il Papa in particolare ha citato dal messaggio le frasi sulla "libertà religiosa elemento imprescindibile di uno Stato di diritto" e quelle sul mondo che ha "bisogno di Dio, ha bisogno di valori etici e spirituali, universali e condivisi, e la religione può offrire un contributo prezioso nella loro ricerca, per la costruzione..." di pace e ordine sociale giusto. "L'umanità - ha detto il Papa - non può mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell'egoismo e della violenza; non deve fare l'abitudine a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli. Di fronte alle minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, aisoprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani - ha soggiunto - ancora una volta rivolgo il pressante invito a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione. Esorto tutti a pregare affinché giungano a buon fine gli sforzi intrapresi da più parti per promuovere e costruire la pace nel mondo. Per questo difficile compito - ha affermato Benedetto XVI - non bastano le parole, occorre l'impegno concreto e costante dei responsabili delle Nazioni, ma è necessario soprattutto che ogni persona sia animata dall'autentico spirito di pace, da implorare sempre nuovamente nella preghiera e da vivere nelle relazioni quotidiane, in ogni ambiente".
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