martedì 23 marzo 2010
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Ancora a quarantotto ore di distanza gli attestati del premier Silvio Berlusconi e del cancelliere tedesco Angela Merkel sono, tra gli altri, la testimonianza che hanno colpito nel segno le severe parole scritte da Benedetto XVI nella Lettera pastorale ai cattolici dell’Irlanda nella quale ha espresso «lo sgomento ed il senso di tradimento» per «gli atti peccaminosi e criminali» di cui si sono resi colpevoli sacerdoti e religiosi di quella Nazione nei confronti di ragazzi e giovani. In quel documento il Pontefice ha anche indicato ai responsabili di tali abusi il dovere di «rispondere di ciò davanti a Dio onnipotente, come pure davanti a tribunali debitamente costituiti», ma al tempo stesso li ha invitati a «non disperare della misericordia di Dio».Domenica nell’introdurre la preghiera dell’Angelus, a commento dell’episodio evangelico dell’adultera perdonata da Cristo, Benedetto XVI ha detto, tra l’altro: «Cari amici, impariamo dal Signore Gesù a non giudicare e a non condannare il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti con il peccato – a partire dal nostro! – e indulgenti con le persone. Ci aiuti in questo la santa Madre di Dio che, esente da colpa, è mediatrice di grazia per ogni peccatore pentito». Prima il Pontefice aveva osservato che Cristo «sa che cosa c’è nel cuore di ogni uomo, vuole condannare il peccato, ma salvare il peccatore, e smascherare l’ipocrisia».«Gesù – ha detto ancora il Papa – dunque è il legislatore, è la Giustizia in persona. E qual è la sua sentenza? "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei (l’adultera ndr )". Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell’ipocrisia e apre le coscienze a una giustizia più grande, quella dell’amore, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto. È la giustizia che ha salvato anche Saulo di Tarso, trasformandolo in San Paolo».«L’umiltà e sincerità» di Benedetto XVI sono state messe in evidenza da Berlusconi a proposito della Lettera ai cattolici irlandesi. Il Papa, afferma il premier in una nota, «non diversamente dai suoi recenti predecessori, è spesso chiamato a confrontarsi con situazioni difficili, che diventano motivo di attacco alla Chiesa e perfino alla sostanza stessa della religione cristiana». Secondo il presidente del Consiglio il modo in cui il Pontefice, «risponde è straordinariamente efficace, almeno per ogni persona che non si lasci guidare da sentimenti pregiudizialmente ostili e lo è per la sua umiltà e sincerità unita alla chiarezza delle ragioni che il Papa mette in campo. La Lettera pastorale ai cattolici irlandesi è solo l’ultimo esempio di questo suo grande carisma».A nome del governo, Berlusconi esprime «tutto l’affetto, la vicinanza e la solidarietà che ha verso di lui il nostro popolo. La nostra gente, infatti, sa distinguere tra gli errori umani, di cui la storia è piena, e gli enormi frutti di bene che sono nati e continuano a nascere dalla radice cristiana».Anche la Merkel ha apprezzato il messaggio del Pontefice diffuso lo scorso sabato. Il cancelliere «ha accolto favorevolmente il fatto che il Papa abbia affrontato apertamente sia il tema della riparazione per le ingiustizie avvenute, sia il tema della necessità di una migliore prevenzione in futuro», ha detto il portavoce del governo, Ulrich Wilhelm. Il cancelliere, ha sottolineato il portavoce, conferma ciò che ha detto la settimana scorsa al Bundestag e cioè che le «vittime, così come l’intera società, hanno bisogno di chiarezza e verità».
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