lunedì 27 febbraio 2012
​Preghiera, gesti di penitenza e opere di carità fraterna. Così, in Quaresima, si rinnova il nostro rapporto con Dio. Lo ha detto Benedetto XVI nel giorno in cui in Vaticano cominciano - alle 18 presso la Cappella Redemptoris Mater - gli Esercizi spirituali per la Curia Romana, in preparazione della Pasqua.
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​Preghiera, gesti di penitenza e opere di carità fraterna. Così, in Quaresima, si rinnova il nostro rapporto con Dio. Lo ha detto il Papa, ieri all’Angelus in Piazza San Pietro, nel giorno in cui in Vaticano cominciano - alle 18 presso la Cappella Redemptoris Mater - gli Esercizi spirituali per la Curia Romana, in preparazione della Pasqua. Il tema è: La comunione del cristiano con Dio; a proporre le meditazioni, fino al 3 marzo, è il cardinale Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, in Repubblica Democratica del Congo. La Quaresima, momento propizio per rafforzare il nostro rapporto con Dio. Questa la riflessione di Benedetto XVI, alla recita dell’Angelus. Nella prima domenica di Quaresima, il Papa ha riflettuto su Gesù che, dopo aver ricevuto il battesimo nel fiume Giordano da Giovanni il Battista, subisce la tentazione nel deserto, come raccontato nel Vangelo di Marco: Gesù «nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana». Quindi un esame dei «diversi significati» di deserto. «Può indicare - ha ricordato il Pontefice - lo stato di abbandono e di solitudine, il "luogo" della debolezza dell’uomo dove non vi sono appoggi e sicurezze, dove la tentazione si fa più forte». Ma al contempo, ha proseguito, «può indicare anche un luogo di rifugio e di riparo», come nel caso del popolo di Israele scampato alla schiavitù egiziana: lì, ha detto il Papa, «si può sperimentare in modo particolare la presenza di Dio». Proprio come il Signore che - ha spiegato Benedetto XVI, citando San Leone Magno - «ha voluto subire l’attacco del tentatore per difenderci con il suo aiuto e per istruirci col suo esempio».
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