sabato 22 marzo 2014
Sono arrivate da tutta Italia a Latina per partecipare al corteo organizzato, come ogni anno dal 1996, dall'associazione Libera. ​Don Ciotti: in Italia nessuna verità su stragi. Bindi (commissione anti-mafia): siamo tutti responsabili, dire no con forza.
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EDITORIALE Parola mite e tonante di Marco Tarquinio
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Centomila persone hanno sfilato questa mattina per le vie di Latina per dire no alla mafia nell'ambito della "Giornata della memoria e dell'impegno" organizzata come ogni anno, dal 1996, dall'associazione Libera, fondata e diretta da don Luigi Ciotti. Dopo il sentito appello di ieri di Papa Francesco, che ha incontrato i familiari delle vittime e invitato i mafiosi a pentirsi e convertirsi, tantissime persone hanno deciso di partecipare oggi alla marcia. Don Ciotti, alla testa del lungo corteo partito da via Isonzo, ha voluto sottolineare di aver "trovato migliaia di ragazzi, qui c'è un'Italia intera che si è data appuntamento", ha detto ricordando che ieri "il papa è stato chiaro: piangete e convertitevi, in ginocchio chiedo di cambiare vita". "Siamo venuti qui per affetto, stima e riconoscenza per questo territorio, qui ci sono belle persone e belle risorse. Siamo venuti per cercare verità per don Cesare Boschin e tanti altri e per non dimenticare che le organizzazioni mafiose attraversano tutto il territorio e anche l'Agro Pontino" ha sottolineato don Ciotti. Il sacerdote ha lanciato un appello a non abbassare la guardia: "Le nostre antenne di cittadini ed associazioni ci dicono che qui le mafie non sono infiltrate, sono presenti. Fanno i loro affari nel settore dell'economia e della finanza. Se fosse solo un problema di criminalità basterebbero le forze dell'ordine ma è anche un problema di case, di povertà e di politiche sociali". Sul caso rifiuti e sulle dichiarazioni del pentito Schiavone, don Ciotti ha ricordato che "si sapeva da vent'anni, mi sono stupito di chi si è stupito. Boschin vedeva tutto questo dalla sua finestra e della sua morte non sappiamo ancora la verità. Non c'è strage in Italia di cui si conosca la verità". Da don Ciotti è arrivata infine la richiesta che la politica decretiper legge che il 21 marzo sia la Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. "Chiediamo che lo Stato riconosca questo giorno. Non ci sono più alibi". Al corteo ha partecipato anche Rosi Bindi, presidente della commissione parlamentare anti-mafia. "Oggi siamo tutti responsabili. Confidiamo nella richiesta di conversione che il Papa ha fatto ieri in maniera forte nei confronti degli uomini e delle donne di mafia". Secondo Bindi "i mafiosi sono forti perché qualcuno si gira dall'altra parte, c'è qualcuno che pensa che ci si possa convivere o fare affari", per questo "si deve dire di no con forza". "Se da queste giornate ci sarà una persona in più che vuole fare la lotta alla mafia abbiamo ottenuto un risultato importante" ha concluso.

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