venerdì 7 febbraio 2014
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Non esiste uno "scontro" tra Onu e Santa Sede, ma il rapporto del Comitato sui minori è "anomalo", presenta "gravi limiti" e va ben oltre le sue competenze. Non si fermano le polemiche dopo la pubblicazione, mercoledì 5 febbraio, delle osservazioni conclusive del Comitato Onu riguardanti la Santa Sede. Il responsabile della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, in un lungo intervento pubblicato sul sito della Radio Vaticana spiega il suo pensiero, cominciando con il puntualizzare che la Santa Sede ha sempre dato all'Onu "un forte sostegno morale" ed è stata tra le prime a firmare la Convenzione sui diritti dei fanciulli, come naturale sviluppo del suo "impegno storico per il bene dei bambini nel mondo" e a partecipare, negli anni, alle periodiche verifiche sulla sua attuazione. Questo continuerà, assicura Lombardi.Ma le ultime raccomandazioni espresse dal Comitato, rivela il portavoce - "presentano limiti gravi". Non hanno tenuto conto delle risposte già date dai rappresentanti delle Nazioni Unite, e in particolare nel corso dell'audizione di mons. Tomasi il 16 gennaio, come se quel documento fosse già stato scritto settimane prima. In secondo luogo, argomenta Lombardi, "non si è capita la natura specifica della Santa Sede" o forse  non la si è voluta capire, nonostante gli oltre vent'anni di adesione alla Convenzione Onu. Ed ecco il passaggio più forte dell'intervento di Lombardi: "Il modo di presentare le obiezioni e l'insistenza su diversi casi particolari sembrano insinuare che sia stata data molta maggiore attenzione a Ong ben note, pregiudizialmente contrarie alla Chiesa cattolica e alla Santa Sede, che non alle posizione della Santa Sede stessa". Tornano, in sostanza quelle lobby anti-cattoliche che sembrano avere uno spazio rilevante alle Nazioni Unite. Ed è tipico di esse "non voler riconoscere quanto è stato fatto dalla Santa sede e nella Chiesa in questi anni recenti nel riconoscere errori, rinnovare le normative, sviluppare misure formative e preventive". Tutti passi che poche altre organizzazioni hanno compiuto a tal punto. C'è poi l'osservazione più grave, e cioè le interferenze del Comitato Onu nelle posizioni dottrinali e morali della Chiesa, che non rientra nei suoi compiti. Alla luce "di una propria visione ideologica della sessualità", il Comitato ha preteso di dare indicazioni su contraccezione, aborto, educazione nelle famiglia, visione della sessualità stessa. Infine, una considerazione massmediologica: normalmente ai rapporti del Comitato non si dà grande rilevanza pubblica. Come mai, allora, questa volta il Comitato ha agito in modo così clamoroso e "anomalo rispetto al suo normale procedere in rapporto con gli altri Stati aderenti alla Convenzione?". Questo si è rivelato un boomerang per lo stesso Comitato e per l'Onu nel suo insieme, che si sono giustamente attirati "critiche gravi e fondate" per essere andati ben al di là delle proprie competenze. Allora, conclude Lombardi, "cerchiamo di ritrovare il piano corretto dell'impegno per il bene dei bambini".
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