martedì 8 giugno 2010
Si terranno lunedì alle 10,30 nel Duomo di Milano i funerali di monsignor Luigi Padovese, il vicario apostolico di Anatolia ucciso a coltellate giovedì scorso. Sarà la seconda cerimonia dopo quella celebrata lunedì dall'arcivescovo di Smirne, mons. Franceschini, a Iskenderun. «Da padre, fratello e amico, pieno di dolore dico a tutti voi: non abbiate paura! Non venite meno alla vostra fede».
COMMENTA E CONDIVIDI
Si terranno lunedì prossimo alle 10,30 nel Duomo di Milano i funerali di monsignor Luigi Padovese, il vicario apostolico di Anatolia ucciso a coltellate lo scorso 3 giugno. Si tratta della seconda cerimonia dopo quella celebrata ieri dall'arcivescovo di Smirne, mons. Ruggero Franceschini a Iskenderun, la cittadina turca dove è stato assassinato il religioso originario di Milano.Il rito a Iskenderun. «Il vescovo Luigi Padovese è stato definito "una persona perbene", e tale era in realtà. Questa sua morte ricorda come la fedeltà al Vangelo, in certe situazioni, possa essere pagata con il sangue». Lo ha detto l'arcivescovo di Smirne ed ex presidente della Conferenza Episcopale Turca, mons. Ruggero Franceschini, nell'omelia tenuta nella Cattedrale del Vicariato Apostolico dell'Anatolia gremita di fedeli giunti da tutto il Paese per le esequie del suo successore massacrato giovedì scorso a coltellate, in circostanze ancora non ben chiare.Mons. Padovese, ha affermato Franceschini rivolto ai presenti, «conosceva bene i Padri di questa Chiesa, io, in tutta umiltà posso dire di aver conosciuto e amato i figli di questa Chiesa e di questa terra; e da Padre, fratello e amico, pieno di dolore ma con forza, ricordando il venerato santo padre Giovanni Paolo II, dico a voi, a tutti voi: non abbiate paura! Non perdetevi di coraggio, siate lieti, come gli Apostoli, di vivere nella sofferenza e nella prova, senza venir meno alla vostra fede, che è il motivo della nostra speranza, che è il fondamento della nostra gioia». «Sì cari fratelli - ha aggiunto -  gioia, perchè nessuno riuscirà a spegnere questa fiaccola, poichè essa è sostenuta non solo dai tanti martiri e santi di questi luoghi, dalla Vergine Santissima patrona di questa comunità, ma da oggi, ne sono certo, da un angelo in più presso il trono di Dio: il vostro, il nostro vescovo Luigi».«La memoria di padre Luigi - ha ricordato mons. Franceschini, che è anche lui religioso cappuccino come lo scomparspo presule - non avrebbe bisogno di essere esaltata con un elenco di opere buone; ma per amore di verità e di giustizia, ci piace ricordare alla Chiesa di Turchia e agli amici non-cristiani alcune delle cose che ha potuto operare, nell'ambito della carità e della cultura, nel breve periodo del suo ministero come vescovo in Anatolia. Dalle cose più semplici fino all'impegnativa organizzazione dei Simposi, degli incontri e dei convegni di studio». Tra «le cose più significative», Franceschini ha elencato «la condivisione del cibo con gli amici musulmani durante le reciproche feste, la creazione di un servizio di distribuzione a domicilio di generialimentari ad oltre 70 famiglie in difficoltà (di cui una sola cristiana)" e il fatto che "il personale stesso della casa del vescovo (oltre 10 lavoratori) è composto in maggioranza da persone di religione islamica». Per Franceschini, «la simpatia verso la cultura islamica confermata anche dagli ottimi rapporti con il mufti di Iskenderun», mentre «delle buone relazioni con le autorità civili è quasi superfluo parlare, basta vederle qui oggi, amici tra amici, a condividere lo stesso dolore». Ma anche se «l'aspetto più noto di mons. Padovese era senz'altro quello dello studioso e sarebbe difficile ricordare qui tutti i titoli e gli incarichi accademici, addirittura impossibile elencare le pubblicazioni scientifiche, basti menzionare le preziose guide per i pellegrini cristiani in Turchia e naturalmente gli studi sulla teologia dei padri della Chiesa vissuti in questa terra, i Simposi Culturali, organizzati ad altissimo livello a Iskenderun, Antakya, Tarso ed Efeso, fin dal 1990 (l'ultimo èstato sospeso proprio per la sua morte)», l'aspetto più importante della sua eredità morale riguarda «la carità del vescovo Luigi che, ha continuato il presule italiano, «si allargava al mondo della sofferenza, negli eventi sraordinari come nella vita quotidiana». In proposito, mons. Franceschini ha citato gli aiuti profusi alla popolazione durante le alluvioni qui Iskenderun e a Batman, l'aiuto costante e generoso alle persone colpite dalla malattia, il contributodeterminante per la canalizzazione dell'acqua in alcuni villaggi isolati. «Tutto questo padre Luigi - ha detto Franceschini - l'ha fatto senza aspettarsi nulla in cambio, nessun tornaconto, nessun rientro di immagine, nessuna propaganda religiosa, solo carità cristiana, come insegna il Vangelo».L'arcivescovo di Smirne ha anche ricordato nella sua omelia «la profonda amicizia» che legava mons. Padovese «a sua santità il Patriarca Bartolomeo e a tutti i fratelli ortodossi, oggi qui rappresentati dai loro pastori». «Questo - ha concluso - era  il vescovo che il Signore ci aveva donato, questo l'amico che tutti abbiamo perso. Auguriamo a lui, frate di san Francesco, sacerdote del Dio altissimo e Vescovo della Santa Chiesa, di riposare in pace accanto al suo Signore. Con lui, anche noi qui continueremo a pregare perchè su questo Medio Oriente il cielo torni ad essere più sereno, e i cuori ritrovino la strada della pace, per una coesistenza armoniosa nella collaborazione per il bene comune».Il corpo di monsignor Padovese sarà successivamente tumulato a Milano nella tomba di famiglia.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: