giovedì 12 maggio 2016
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D odici maggio 1866. Esattamente 150 anni fa nasceva a Castelnuovo di Cattaro, nell’attuale Montenegro, Bogdan Ivan (Adeodato Giovanni) Mandic. Oggi universalmente noto come san Leopoldo, nome che acquisì entrando nell’Ordine dei frati minori cappuccini. Papa Francesco in febbraio ha voluto in Vaticano le sue spoglie a fianco di quelle di san Pio da Pietrelcina, emblemi della misericordia nel Giubileo straordinario. L’urna di san Leopoldo dopo l’ostensione a Roma ha sostato in mezza Italia prima di ritornare a Padova e dal 13 al 18 aprile è stata in Croazia, prima nella Cattedrale di Zagabria, poi nella chiesa dei Cappuccini di Dubrava. Ovunque un bagno di fedeli giunti per toccare l’urna del confessore, pregare e chiedere intercessioni. «In Croazia – commenta padre Flaviano Gusella, rettore del santuario padovano – l’arcivescovo di Zagabria, il cardinale Josip Bozanic, ha parlato di “giornate straordinarie”. C’è stato un coinvolgimento ecclesiale a tutto campo con gente che arrivava anche dalla Bosnia, dall’Erzegovina, dal Montenegro». Così è stato anche a Padova nei giorni della novena in preparazione della festa del cappuccino. Una novena che ha visto coinvolte le diocesi del Triveneto con i vescovi che si sono alternati nel celebrare l’Eucaristia. La grande festa sarà oggi con ben otto Messe a partire dalle 6.30 fino alla solenne celebrazione delle 19 presieduta dall’arcivescovo di Zagabria. Per i 150 anni della nascita di san Leopoldo, la Provincia croata dei Cappuccini e i cittadini croati offriranno l’olio per la lampada votiva della Riconciliazione. Sarà il clou di questo anno straordinario che vede giungere a Padova moltissimi pellegrini. «San Leopoldo – riprende padre Flaviano – si sta dimostrando una figura di grande attualità, il suo messaggio e il suo carisma penetrano nelle persone, lo vediamo dall’intensità con cui vivono il sacramento della Riconciliazione». Sara Melchiori © RIPRODUZIONE RISERVATA L’urna di san Leopoldo Mandic (Boato)
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