sabato 21 gennaio 2017
Al via con lo scrutinio della sezione femminile il processo di voto che porterà nei prossimi giorni alla designazione del successore di Echevarría, morto il 12 dicembre, alla guida della Prelatura.
Si elegge il nuovo Prelato: il voto, i candidati, il futuro
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Con la plenaria dell’Assessorato centrale, organo di governo della sezione femminile, prende il via sabato 21 gennaio a Roma il processo per l’elezione del nuovo prelato dell’Opus Dei, terzo successore del fondatore san Josemaría Escrivá. Per statuto infatti tocca alle donne la responsabilità di indicare, esprimendo oggi stesso il loro voto, una rosa di nomi nell’elenco di 94 eleggibili provenienti da 45 Paesi. Ognuna delle 38 elettrici ha il diritto di segnalare uno o più nomi scelti tra i sacerdoti che fanno parte del Congresso elettorale e che devono aver compiuto 40 anni, essere incorporati alla prelatura da dieci e sacerdoti da cinque. L’urna con le schede verrà portata lunedì 23 al Collegio Romano della Santa Croce, il centro internazionale di studi vicino a Saxa Rubra nel quale i 156 componenti del Congresso generale elettorale conosceranno l’esito della scelta femminile per poi procedere al voto con le stesse modalità. Fino al quarto scrutinio sarà eletto chi raggiunge i due terzi dei consensi, quindi si procederà a maggioranza assoluta per poi eventualmente ricorrere al ballottaggio. La natura dell’Opus Dei – istituzione della Chiesa dal 1982 quando Giovanni Paolo II la eresse in prelatura personale – prevede che il nome dell’eletto venga subito sottoposto al Papa per la conferma. Quanto tempo possa richiedere questa procedura non si può sapere, ma non è difficile pronosticare tempi celeri sebbene nell’incertezza sull’esito finale. L’Opus Dei arriva infatti a questo appuntamento elettorale con la consapevolezza che un capitolo della sua storia si è chiuso, per semplici motivi anagrafici, e che si apre una fase nuova. Resta intatto il messaggio – la santità dei laici attraverso la vita quotidiana – ma la morte a Roma il 12 dicembre dello spagnolo monsignor Javier Echevarría ha sancito di fatto la conclusione della lunga fase (dalla morte di Escrivá nel 1975) nella quale l’Opus Dei è stata guidata dai due principali collaboratori del fondatore: Álvaro del Portillo, morto nel 1994 e beatificato vent’anni dopo, e lo stesso Echevarría. Chiunque venga eletto farà parte dunque di una nuova generazione, chiamata ad ampliare ancora l’orizzonte di impegno dell’Opera, al passo con la “Chiesa in uscita” di papa Francesco. «La sfida principale – ha detto don Fernando Ocáriz, che come vicario ausiliare dell’Opera e “numero due” della prelatura sta gestendo questa breve fase di transizione – sarà aiutare ogni persona dell’Opus Dei a saper fare la Chiesa nel suo posto di lavoro, nel suo ambiente professionale, nel mondo della cultura e della famiglia» dando «gioia e speranza al mondo di oggi» e incentivando «l’iniziativa personale di migliaia di persone che, mosse dall’amore a Cristo e agli altri, siano in grado di avviare le iniziative che rispondano alle grandi sfide del nostro tempo: l’onestà e l’etica professionale, lo sradicamento della povertà, l’aiuto ai rifugiati, la mancanza di lavoro, la promozione della famiglia…». Ovvero quelle di sempre ma nella formidabile complessità e nel crescente pluralismo di un mondo che non smette di aspirare alla pienezza della vita. In termini cristiani (e conciliari), alla santità.
A scrivere la nuova pagina di una realtà ecclesiale ancora giovane (la fondazione è del 1928) sarà probabilmente un nome già noto ai fedeli della prelatura, e non solo: lo stesso Ocáriz, 72enne teologo spagnolo con grande esperienza di governo di un’istituzione globale, oppure don Mariano Fazio, storico, filosofo e giornalista argentino, 56 anni, dal 2002 al 2008 rettore della Pontificia Università della Santa Croce, rientrato a Roma da Buenos Aires nel 2014 per diventare vicario generale. A questi due nomi, che godono di stima e consensi assai ampi, si aggiungono il direttore spirituale dell’Opera, il francese Guillaume Derville, l’argentino Carlos Nannei, delegato per i rapporti con la Santa Sede, e gli americani Thomas Bohlin, vicario per gli Stati Uniti, e Fred Dolan, vicario in Canada. A scegliere sono chiamati anche alcuni membri dell’Opera nominati vescovi (Juan Luis Cipriani, arcivescovo di Lima, Anthoni Muheria in Kenya, Francisco Polti e Hugo Nicholas Barbaro in Argentina, Stephen Lee a Macao, Philip Jourdan in Estonia).
Attualmente l’Opus Dei è costituita da 92.600 membri, al 57% donne, per il 70% sposati, con 2.083 sacerdoti incardinati e 1.900 diocesani, oltre a 600mila laici cooperatori, non solo cristiani.

Nella stessa giornata di sabato, in un Duomo di Milano gremito di fedeli della Prelatura, di loro amici e di tanti milanesi che frequentano le attività formative e le opere sociali ed educative dell'Opera, l'arcivescovo cardinale Scola ha celebrato una Messa di suffragio in memoria di monsignor Echevarría, presente il vicario per l'Italia don Matteo Fabbri.

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