sabato 6 luglio 2019
Il Papa ha autorizzato la strada della “canonizzazione equipollente”, cioè senza il riconoscimento di un miracolo, del beato Bartolomeo dei Martiri, al secolo Bartolomeo Fernandez
San Bartolomeo Fernandez

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Un nuovo santo, un nuovo beato e sette nuovi venerabili, tra cui due italiani, per la Chiesa universale. L’annuncio questa mattina nel bollettino della Sala Stampa vaticana che ha diffuso il via libera di papa Francesco a promulgare i relativi decreti della Congregazione delle cause dei santi.

Nel caso del nuovo santo, il Papa ha autorizzato la strada della “canonizzazione equipollente”, cioè senza il riconoscimento di un miracolo attribuito al beato. Si tratta del beato Bartolomeo dei Martiri, al secolo Bartolomeo Fernandez, dell’Ordine dei frati predicatori, arcivescovo portoghese di Braga, vissuto nel 1500. Papa Francesco , dopo aver ottenuto il parere favorevole della stessa Congregazione, ha deciso di estendere a tutta la Chiesa universale il culto verso questo arcivescovo iscrivendolo nel catalogo dei santi.

Nato a Lisbona nel maggio 1514, Bartolomeo dei Martiri entra nell’Ordine dei domenicani. Scelto il 27 gennaio 1559 come arcivescovo di Braga dalla regina del Portogallo Caterina e per obbedienza al suo provinciale, Bartolomeo avviò un magistero di riforme in diversi campi: potenziò le visite pastorali e realizzò un catechismo con le pratiche religiose annesse. Dal 1561 al 1563 prese parte al Concilio di Trento, durante il quale presentò decine di petizioni, sintesi di interpellanze per la riforma nella Chiesa. Il 23 febbraio 1582 rinuncia all’incarico di arcivescovo, ritirandosi nel convento domenicano della Santa Croce in Viana do Castelo, sorto per sua iniziativa (1561) per favorire gli studi ecclesiastici e la predicazione. Qui muore il 16 luglio 1590. Da subito viene definito dal popolo “il vescovo santo”. Dichiarato venerabile da Gregorio XVI il 23 marzo 1845, bisognerà attendere il 7 luglio 2001 per il riconoscimento del miracolo su sua intercessione, che lo porterà alla beatificazione – celebrata da Giovanni Paolo II – il 4 novembre 2001, memoria liturgica di san Carlo Borromeo, con il quale l’allora nuovo beato lavorò durante il Concilio di Trento.

Ed è arcivescovo anche il nuovo beato della Chiesa cattolica: è l’arcivescovo statunitense Fulton Sheen, titolare di Newport e già vescovo di Rochester. Nato l’8 maggio 1895 a El Paso nello stato dell’Illinois, fu dal 1951 al 1966 vescovo ausiliare di New York, quindi per tre anni vescovo di Rochester. Diffuse il Vangelo tramite numerosi libri, conferenze, programmi radiofonici e televisivi. Ritiratosi nel 1969 con il titolo di arcivescovo di Newport, morì a New York dieci anni dopo, il 9 dicembre 1979. Benedetto XVI lo ha dichiarato venerabile il 28 giugno 2012. Oggi papa Francesco autorizza la promulgazione del decreto che riconosce un miracolo attribuito alla sua intercessione, facendolo diventare beato.

La Congregazione ha inoltre promulgato sette decreti nei quali sono state riconosciute le virtù eroiche di altrettanti servi di Dio. Tra loro due sono quelli italiani. Si tratta dell’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, Giovanni Vittorio Ferro, dell’ordine dei Chierici regolari di Somasca, e di don Angelino Lipani sacerdote dell’Ordine dei Frati minori cappuccini fondatore della Congregazione delle Suore francescane del Signore. L’arcivescovo Ferro, nasce a Costigliole d’Asti il 13 novembre 1901, a soli undici anni entra tra i Padri Somaschi. Diventa sacerdote nel 1925. Nel 1948 viene eletto padre provinciale dei Somaschi, compito che svolge sino al 14 settembre 1950, quando all'età di 49 anni viene nominato arcivescovo di Reggio Calabria e vescovo di Bova, ricevendo la consacrazione episcopale a Genova il 29 ottobre 1950 dall’allora arcivescovo di Genova, il cardinale Giuseppe Siri. È ricordato come una delle figura più significative della Chiesa calabra del secolo scorso. Sarà sempre accanto alla sua arcidiocesi anche in momenti difficili sia dal punto di vista sociale e politico. Il 4 giugno 1977, nel rimpianto generale, all'età di 76 anni, comunica le sue dimissioni. Morirà a Reggio Calabria il 18 aprile 1992.

È un frate minore cappuccino l’altro venerabile italiano, padre Angelino Lipani, nato a Caltanissetta il 28 dicembre 1842 e morto nella stessa città il 9 luglio 1920. A 18 anni entra tra i frati minori. Il 13 ottobre 1861 riceve il saio francescano e l’anno dopo viene ammesso alla prima professione. Il 13 ottobre 1865 emette la professione solenne a 23 anni. Il primo novembre dello stesso anno viene ordinato diacono e il 3 dicembre ordinato sacerdote. Fonda la Congregazione delle Suore francescane del Signore per aiutare le fanciulle orfane e povere, prive di sostentamento in anni molto difficili per le classi più povere della città siciliana.

Gli altri venerabili sono: Elia Hoyek, patriarca di Antiochia dei Maroniti, fondatore della Congregazione delle Suore Maronite della Sacra Famiglia; nato a Helta (Libano) il 4 dicembre 1843 e morto a Bkerké (Libano) il 24 dicembre 1931; Angelo Riesco Carbajo, vescovo titolare di Limisa, ausiliare dell’amministratore apostolico di Tudela, fondatore dell’Istituto delle Missionarie della Carità; nato a Bercianos de Vidriales (Spagna) il 9 luglio 1902 e morto a La Bañeza (Spagna) il 2 luglio 1972; Ladislao Korniłowicz, sacerdote diocesano; nato a Varsavia (Polonia) il 5 agosto 1884 e morto a Laski (Polonia) il 26 settembre 1946; Francesca dello Spirito Santo (al secolo: Francesca de Fuentes), fondatrice della Congregazione delle Religiose Domenicane di Santa Caterina di Siena; nata a Intramuros (Filippine) nel 1647 e morta a Manila (Filippine) il 24 agosto 1711; Stefano Pietro Morlanne, laico, fondatore della Congregazione delle Suore della Carità Materna; nato a Metz (Francia) il 22 maggio 1772 e lì morto il 7 gennaio 1862.

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