lunedì 23 dicembre 2013
Silenzio, Parola di Dio, attenzione ai poveri. Sono gli ingredienti necessari per vivere bene il Natale. Papa Francesco li ha richiamati più volte in questi giorni. (Riccardo Maccioni)
​​​​​​​Una voce ci dice di Angelo Bagnasco
"Facciamo posto a Gesù, non allo shopping" 
Lo spirito del Natale di Jorge Mario Bergoglio (2011)
COMMENTA E CONDIVIDI
Silenzio, Parola di Dio, attenzione ai poveri. Sono gli ingredienti necessari per vivere bene il Natale. Papa Francesco li ha richiamati più volte in questi giorni. Nelle omelie delle Messe in Santa Marta, durante le catechesi settimanali, agli Angelus della domenica. L’esempio, irraggiungibile, da seguire è Maria, il modello cui ispirarsi, san Giuseppe, la sua capacità di mettersi in ascolto del Signore, di rinunciare ai propri progetti per impegnarsi in una missione più grande, anche quando fatica a capirla. E il modo per realizzarla è l’umiltà, che passa attraverso la rinuncia a se stessi e l’attenzione, l’amore per gli ultimi. «I poveri non possono aspettare», c’era scritto su un cartello domenica scorsa in Piazza San Pietro e il Papa ne ha tratto l’occasione per riflettere sull’importanza di dare a tutti un luogo in cui trovare riparo, e calore umano. Un’attenzione, un dovere che aveva già richiamato mercoledì scorso invitando a lasciare un posto a tavola nel cenone, per chi non ha nulla. Ma è tutto il pontificato di Francesco ad essere orientato in questa direzione, sin dal primo giorno, sin dal richiamo al "sogno", di una Chiesa "povera per i poveri". E poi il continuo invito alla fraternità, alla condivisione, fino all’immagine di una comunità pronta a chinarsi sulle ferite dell’uomo come un ospedale da campo dopo la battaglia. E siamo certi che quel richiamo, quello stile accompagnerà le parole, i gesti di Francesco anche nelle celebrazioni di questi giorni. Semplici e sobrie com’è nello stile di Bergoglio. Il primo appuntamento è il 24 pomeriggio con l’inaugurazione del presepe in piazza san Pietro, che raffigura la vita quotidiana di Napoli, riletta alla luce della venuta del Bambino. Nell’occasione, secondo consuetudine, il Papa è solito accendere il "lume della pace" posto sul davanzale della finestra del suo studio privato. La Santa Messa della Notte è invece in programma nella Basilica di San Pietro alle 21.30 mentre il 25 dicembre l’appuntamento è a Mezzogiorno per il tradizionale messaggio natalizio e la benedizione apostolica Urbi et Orbi. Inutile dire che c’è grande attesa per le parole di Francesco, nella certezza che saprà toccare il cuore di tutti, senza inutili giri di parole, andando dritto ai problemi, con la chiarezza dell’uomo di fede che però sa indicare anche al più incallito dei peccatori non tanto il Dio giudice quanto il Padre misericordioso, che ha sempre le porte aperte a chi lo cerca con cuore sincero. Il 26 dicembre invece alle 12, sempre in piazza San Pietro, la recita dell’Angelus, nella memoria di Stefano, il primo martire che, ricordano gli Atti degli apostoli, mentre soffriva per i colpi dei suoi aguzzini, pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito». E ancora: «Signore non imputare loro questo peccato». Perché il perdono è più forte dell’odio. E una goccia d’amore vince anche l’orgoglio più duro e ostinato. Come la luce del Natale che, se la sappiamo accogliere, illumina anche la notte più buia e la più ostinata delle solitudini.​​​
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: