sabato 21 agosto 2010
È morto questa mattina nell'ospedale di Livorno, era ricoverato nel reparto di rianimazione da lunedì quando era stato colpito da un malore di natura cardiorespiratoria. Avrebbe compiuto 86 anni.
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È morto all'ospedale di Livorno il vescovo emerito Alberto Ablondi. A dicembre avrebbe compiuto 86 anni. L'anziano presule, che ha guidato la Diocesi livornese dal 1970 al 2000, si trovava ricoverato nel reparto di rianimazione da lunedì quando era stato colpito da un malore di natura cardiorespiratoria. Fuori dal reparto i collaboratori più stretti. Questa mattina circa 200 persone hanno partecipato a un pellegrinaggio al santuario di Montenero guidato dal vescovo Simone Giusti proprio per pregare per lui.Monsignor Alberto Ablondi è stato l'uomo del dialogo, a Livorno, in Italia, per tutta la Chiesa. Dialogo con le altre religioni, prima di tutto, ma anche con una città con il cuore sempre a sinistra. Simbolica, peraltro, la lotta a fianco con il capo dei portuali livornesi (Italo Piccini, scomparso pochi mesi fa) nella protesta del 1989 contro i decreti Prandini. Nato nel dicembre del 1924 a Milano, ordinato sacerdote nel 1947, è stato parroco a Santa Maria degli Angeli a Sanremo dal 1952 al 1966, poi vescovo di Livorno dal 1970. Per trent'anni (fino al 2000 quando si dimise per raggiunti limiti di età) ha accompagnato la diocesi nel solco del messaggio del ConcilioVaticano II. Precursore del dialogo con le altre religioni, ha manifestato (fin dai primi anni di magistero episcopale) la sua vocazione ecumenica con uno speciale rapporto con la comunità ebraica per rimuovere diffidenze e silenzi. Simbolo di questo riavvicinamento l'amicizia con Elio Toaff con il quale era unito, tra l'altro, da una città in cui hanno convissuto per secoli confessioni cristiane diverse, una numerosa comunità ebraica e presenze dell'universo musulmano.Nel corso della sua lunga attività pastorale, gli è stato riconosciuto spessore morale e un'intelligenza che andava oltre lo studio e la teologia. Laureato in lettere, con specializzazioni in giurisprudenza, archeologia e filosofia, autore di numerosi libri, è stato vice presidente della Conferenza Episcopale Italiana, membro del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, presidente mondiale della Federazione Universale Cattolica per l'Apostolato Biblico, vicepresidente mondiale per l'Europa delle Società Bibliche. A Livorno ha fondato nel 2000 il Cedomai, il Centro di documentazione del movimento ecumenico italiano che è intitolato allo stesso Ablondi. È stato tra i cosiddetti "vescovi-coraggio" (insieme a Luigi Bettazzi e Clemente Riva) che, durante il rapimento Moro nel 1978, si offrirono - senza successo - alle Br per essere presi in ostaggio al posto dello statista.
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