martedì 1 novembre 2016
A questo frate minore l’allora arcivescovo di Bologna chiese di istituire una “pattuglia” di religiosi che sulle Fiat 1.100 con altoparlanti improvvisava Messe. E faceva campagne elettorali.
Padre Tommaso Toschi, l'ultimo dei «frati volanti» del cardinale Lercaro

Padre Tommaso Toschi, l'ultimo dei «frati volanti» del cardinale Lercaro

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Se ne è andato martedì notte, 1 novembre, l’ultimo “frate volante” del cardinale Lercaro, il francescano padre Tommaso Toschi. Aveva 94 anni.

Fu proprio a questo frate minore a cui l’allora arcivescovo di Bologna chiese di istituire una “pattuglia” (“la Fraternitas”). Un gruppo di religiosi che, a bordo delle loro Fiat 1.100 con altoparlante, andavano in giro per le periferie a improvvisare Messe laddove non erano ancora state costruite le chiese, ma anche a impegnarsi in prima persona, con grande determinazione e preparazione, nelle campagne elettorali e nei dibattiti con i militanti del Partito comunista, allora egemone nel Bolognese.

«Ai miei tempi, nel 1954, non è che i preti uscissero molto dalle chiese – rievocò una volta - Predicavano contro i comunisti, ma restando sul pulpito. In piazza c’eravamo noi, a sostenere lo scontro. Però, che bei tempi. I comunisti non ci hanno mai sparato addosso, non ci hanno mai tirato un sasso. Pensi, non sparavano nemmeno alle gomme delle nostre Fiat 1.100».

Durante la crisi ungherese del 1956 la “Fraternitas” ebbe il compito di curare l'accoglienza dei profughi in fuga dall’invasione sovietica, parte dei quali saranno ospitati direttamente dal cardinale Lercaro. «L’arcivescovo ci lanciò ad un’azione aperta e capillare - fu la confidenza che padre Toschi fece al dorso bolognese di Avvenire nel 2002 - in difesa della fede e della libertà che, particolarmente a Bologna e in Emilia Romagna, erano insidiate dal comunismo ateo staliniano. Fummo denominati da allora “La squadra dei frati volanti del cardinal Lercaro”».

E sempre in quel frangente aveva aggiunto: «Nel 1990, caduto il comunismo, il cardinale Biffi mi disse: “Lei ha combattuto per 45 anni il comunismo, adesso lavori per i cristiani che sono stati perseguitati per oltre 70 anni”.

Le prime tappe furono Albania, Polonia, Bosnia: cercammo di dare aiuti, soprattutto con le “adozioni a distanza” di bambini abbandonati. Poi, con l'aiuto determinante di Dante Stefani, già presidente della Fiera di Bologna, iniziammo l’impegno per la Russia ancora cristiana».

Nel corso della sua lunga vita fu uno stretto collaboratore degli arcivescovi succedutisi sulla cattedra di San Petronio: Poma, Biffi e Caffarra. La Chiesa di Bologna e l’attuale arcivescovo Matteo Maria Zuppi in una nota hanno ricordato la figura di Toschi e il suo apostolato (era noto anche per l’impegno ecumenico in particolare con il Patriarcato ortodosso di Mosca). «Uomo capace di dialogo franco e sincero – si legge nel comunicato amico sempre di tutti, anche di coloro di cui non condivideva le idee».

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