mercoledì 22 gennaio 2014
​Il patriarca di Venezia invita le amministrazioni ad ospitare gli immigrati sbarcati a Lampedusa: "Persone in grave difficoltà, nessuno lascia il proprio paese volentieri".
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Forte appello del patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, ai sindaci e alle altre autorità, perché accolgano i profughi da Lampedusa. ''Comprendo le difficoltà e anche le obiezioni sollevate da parecchi sindaci del nostro territorio - ammette il patriarca -. So bene che certe zone e popolazioni sono già da tempo sotto pressione o hanno vissuto esperienze non sempre positive, anche in un recente passato. Problemi o complicazioni di carattere finanziario e normativo non sono di poco conto e non vanno sottovalutati''. ''Siamo, però, di fronte a persone in grave difficoltà che chiedono d'essere accolte e aiutate a risollevarsi - insiste Moraglia -. E sappiamo, d'altronde, che nessuno lascia il proprio paese volentieri; me lo ha ricordato, con tutta la forza della sua testimonianza, una giovane donna incontrata all'inizio dell'anno nel carcere della Giudecca''. Per monsignor Moraglia, ''soprattutto la politica, nelle sue diverse articolazioni, è chiamata a farsi carico dei problemi, senza sfuggirli, soprattutto per quello che riguarda il tempo del dopo accoglienza che richiede serie politiche europee e nazionali per una vera integrazione". E, in ogni caso, ''l'immigrazione non deve piu' essere considerata solamente un problema italiano''. In Veneto i prefetti stanno cercando casa per i profughi di Lampedusa ma non trovano disponibilità da parte dei sindaci per colpa delle condizioni economiche, quasi del tutto a carico dei Comuni, da qui una serie di no arrivati non solo dai sindaci leghisti di comune accordo con le indicazioni arrivate dal governatore Luca Zaia che ha parlato di "responsabilità scaricate sulle amministrazioni locali", ma anche di altro colore politico.
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