giovedì 9 settembre 2010
Tettamanzi apre l’Anno pastorale. Ripensati gli itinerari per l’iniziazione. Forte attenzione alla dimensione vocazionale, nella «compagnia» di san Carlo Borromeo, a quattro secoli dalla canonizzazione.
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«Santi» come san Carlo Borromeo, capaci di «vivere la carità, la vicinanza ai poveri e alla città»: con questo messaggio alla diocesi, ieri il cardinale Dionigi Tettamanzi ha aperto il nuovo Anno pastorale della Chiesa di Milano. Lo ha inaugurato con la celebrazione, in Duomo, della Natività di Maria, patrona della Cattedrale e l’ammissione dei candidati al diaconato, con una lettera a tutti i fedeli delle 1107 parrocchie della diocesi («Santi per vocazione sull’esempio di san Carlo»), con un testo di linee guida per i religiosi e gli operatori pastorali («In cammino con san Carlo»), con un incontro aperto ai giornalisti per illustrare i contenuti del Percorso pastorale e con la partecipazione al concerto dell’orchestra sinfonica Esagramma, diretta da don Pierangelo Sequeri.Un piano ricco di indicazioni alla diocesi, quello che prende le mosse dall’anniversario dei 400 anni di canonizzazione del patrono (insieme a sant’Ambrogio) di Milano. In sette «schede», lancia alcune «linee operative» dalla carica innovativa. Una di queste riguarda la fase battesimale dell’iniziazione cristiana. «A Milano, come in altre diocesi e nel solco della Chiesa italiana – ha spiegato Tettamanzi – si risponde all’urgenza del rinnovamento». In particolare, il progetto abbraccerà tutto l’arco temporale che va dalla domanda di Battesimo fino agli undici anni di vita. Il completamento sacramentale prevede la celebrazione unitaria dei sacramenti (il Battesimo, se deve ancora essere celebrato, la Cresima e l’Eucaristia). L’attenzione al cammino dei genitori e dei bambini da parte di «équipes di pastorale battesimale» è il cardine del cambiamento che, ha aggiunto l’arcivescovo, non si realizzerà «dall’oggi al domani», ma diventerà prassi nel 2018. Una «Lettera a tutti i fedeli della Chiesa ambrosiana sulla fase battesimale dell’Ic» spiegherà il senso e le modalità dell’itinerario. Altra linea operativa sarà la «Carta di comunione per la missione»: ogni decanato si è impegnato a elaborare la propria Carta, con la quale presenterà nei prossimi giorni il proprio impegno a contribuire al cammino della Chiesa ambrosiana.Ancora, la carità e il «Farsi prossimo» (dal nome del convegno voluto 25 anni fa dal cardinale Carlo Maria Martini). «Ci viene chiesto di vedere con più chiarezza i mali che affliggono il nostro territorio e il servizio che, come comunità cristiane, siamo chiamati a donare», ha scritto il cardinale «rilanciando» il Fondo diocesano Famiglia-lavoro. Voluto nel Natale 2008 da Tettamanzi per aiutare chi perdeva il lavoro a causa della crisi economica avrebbe dovuto chiudere alla fine del 2010 ma ieri è stato prorogato di un anno. Il totale dei contributi raccolti finora è stato di 8 milioni e 700mila euro. «Grazie al supporto della Caritas Ambrosiana, delle Acli e di centinaia di volontari – ha spiegato Tettamanzi – sono state accettate e finanziate le domande di oltre 4mila persone, per un totale di 8,3 milioni di euro erogati». Una rinnovata attenzione alla pastorale vocazionale, una visita alle famiglie come «momento popolare e missionario» (Milano si prepara ad ospitare nel 2012 il VII Incontro mondiale voluto dal Papa), la formazione dei laici e la celebrazione del quarto centenario di canonizzazione di san Carlo costituiscono gli altri punti del cammino. Tutti permeati da quella «riscoperta del cristianesimo» proposta con la Lettera su san Carlo e la vocazione alla santità. «L’anno pastorale “Santi per vocazione” – ha spiegato Tettamanzi durante l’omelia – chiede di porre al primo posto l’educazione alla spiritualità coniugale e familiare in una stretta alleanza fra famiglia e Chiesa».Ai tempi di san Carlo era la «peste» (eppure «egli restò a Milano mentre tutti scapparono, anche gli amministratori», ricorda il cardinale), oggi sono altri i «mali». Otre che sulla «città ferita», quella degli umili e dei deboli, e sulla «solitudine», lo sguardo del cardinale si posa sui giovani: «Spesso sono tristi perché non vedono il futuro, vanno aiutati». Ieri per 26 seminaristi, insieme a 10 adulti candidati al diaconato permanente, si è svolto il Rito di ammissione, inizio del cammino verso l’ordinazione.
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