giovedì 22 novembre 2018
Francesco interviene con un videomessaggio al Festival della Dottrina sociale della Chiesa in corso a Verona fino al 25 novembre
Il Papa: povertà, tecnologie e consumi tolgono libertà all'uomo
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"Tutti insieme dobbiamo impegnarci per eliminare ciò che priva gli uomini e le donne del tesoro della libertà. E, nello stesso tempo, ritrovare il sapore di quella libertà che sa custodire la casa comune che Dio ci ha dato". Così il Papa nel videomessaggio per il Festival della Dottrina Sociale. "Tante sono le situazioni in cui, anche oggi, gli uomini e le donne non possono mettere a frutto la
propria libertà, non possono rischiarla - afferma Francesco -. Ne sottolineo tre: l'indigenza, il dominio della tecnologia, la
riduzione dell'uomo a consumatore".

"Come cristiani, fedeli al Vangelo e consapevoli della responsabilità che abbiamo verso tutti i nostri fratelli, siamo chiamati a essere attenti e vigilanti perché 'il rischio della libertà' non perda il suo significato più alto e impegnativo", osserva il Pontefice nel
videomessaggio inviato, in occasione dell'apertura dei lavori, ai partecipanti all'ottava edizione del Festival della Dottrina
Sociale della Chiesa, in corso a Verona da oggi al 25 novembre, sul tema "Il rischio della libertà". "Rischiare, infatti,
significa mettersi in gioco. Ed è questa la nostra prima chiamata", aggiunge papa Bergoglio.

Secondo Francesco, a privare l'uomo del "rischio della libertà" è anzitutto "l'indigenza, procurata da grandi ingiustizie, che continuano a essere perpetrate in tutto il mondo, anche nelle nostre città". "È la cultura dello scarto! - spiega - Se un uomo o una donna sono ridotti ad 'avanzo', non solo sperimentano su di loro i frutti cattivi della libertà altrui, ma vengono defraudati della possibilità stessa di 'rischiare' la propria libertà per se stessi, per la propria famiglia, per una vita buona, giusta e dignitosa".

"C'è, poi, un'altra situazione che influisce negativamente sull'esperienza della libertà ed è lo sviluppo tecnologico, quando non è accompagnato da un adeguato sviluppo della responsabilità, dei valori e della coscienza - prosegue -. Si perde così il senso del limite con la conseguenza di non vedere le sfide epocali che abbiamo davanti". Per il Papa, sulla scia di quanto diceva anche Paolo VI, "l'assolutizzazione della tecnica può ritorcersi contro l'uomo".

"La terza situazione negativa è rappresentata dalla riduzione dell'uomo a mero consumatore - osserva -. Qui la libertà da
'rischiare' rimane solo un'illusione". Infatti, "tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa
libertà di consumare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene
il potere economico e finanziario" (Enc. Laudato sì, 203). "Questa non è libertà, è schiavitù - sottolinea il Papa -: l'esperienza quotidiana viene segnata dalla rassegnazione, dalla sfiducia, dalla paura, dalla chiusura".

Per il Pontefice, comunque, "nonostante queste deviazioni, mai viene meno in ognuno di noi il desiderio di 'rischiare' la propria libertà. Anche in chi ha vissuto e vive situazioni di schiavitù e di sfruttamento". Ed evidenzia che nel Festival si ascolteranno testimonianze di "libertà ritrovata": ad esempio, dalla prostituzione, o dalla morsa dell'usura. "Sono storie che attestano una liberazione in atto, che dà forza e speranza. Sono storie che fanno dire: sì, è possibile il rischio della libertà!", commenta il Papa, che conclude: "Certamente essere liberi è una sfida, una sfida permanente: affascina, avvince, dà coraggio, fa sognare, crea speranza, investe sul bene, crede nel futuro. Contiene, quindi, una forza che è più forte di ogni schiavitù. Il mondo ha bisogno di persone libere!".


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