sabato 26 dicembre 2020
A Natale il cardinale ha celebrato con i fedeli, dopo i giorni drammatici del ricovero per Covid
La gioia di Bassetti tornato a celebrare Messa: «Coraggio, fidiamoci di Gesù»
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«Coraggio, coraggio…». Il cardinale Gualtiero Bassetti lo ripete più volte. E subito aggiunge: «Stringetevi attorno al Bambino nato a Betlemme che è venuto a salvarci e ha preso su di sé le nostre fragilità». Davanti ha la Cattedrale di Perugia “tutta esaurita”, almeno stando alle misure anti-contagio e al contingentamento dei posti. Dopo sette settimane di isolamento e un mese di ospedale a causa del coronavirus, il presidente della Cei torna a celebrare Messa in forma pubblica. E sceglie il giorno di Natale per riabbracciare la sua gente e la sua diocesi, quella di Perugia-Città della Pieve. Lo aveva chiesto al pool sanitario che lo sta seguendo e lo desiderava. «Quale gioia è stata per me quando i medici mi hanno detto che potevo presiede nella solennità della Natività la Messa in mezzo al popolo», confida all’inizio della liturgia. Poi rivela: «E’ indescrivibile l’emozione con cui torno qui dopo i giorni drammatici del ricovero e della convalescenza. Sono grato al Signore di poter spezzare di nuovo il Pane con voi. Ringrazio tutti. L’affetto e la preghiera di tanti mi hanno sostenuto».

Quando il coro intona il canto d’ingresso e il cardinale esce dalla sacrestia per dirigersi verso l’altare, gli occhi di chi siede sulle panche sono tutti su di lui. In prima fila anche le autorità civili. Sarà comunque al termine della celebrazione che dalle navate si leverà un lungo e caloroso applauso, segno di affetto verso Bassetti, mentre lui saluta e benedice la sua comunità “ritrovata”. Poco prima, nelle parole di congedo, aveva risolto il suo «pensiero» a chi «soffre di più» per gli effetti dell’emergenza sanitaria. In primo luogo «agli anziani che magari in queste ore sono soli» perché la zona rossa e il rischio di contagio impediscono le visite. Poi «ai bambini che hanno patito tanto perché hanno bisogno di stare insieme». Da qui l’auspicio con un invito al mondo politico: «Vorrei che per il loro bene la scuola riprenda progressivamente al più presto». Quindi la vicinanza «alle famiglie che hanno i malati in casa». E infine «a tutti i malati in ospedale» dove, dice il cardinale richiamando i giorni del Covid, «ho sperimentato che cos’è una lunga degenza e perciò sono particolarmente vicino a quanti si trovano ricoverati in gravi condizioni».

L’esperienza del contagio torna nell’omelia. «Il Figlio di Dio ha condiviso fino in fondo la nostra condizione umana e ha scelto che fosse la nostra fragile carne il cardine della salvezza», ricorda Bassetti. E chiarisce: «Il Signore ha permesso che anche il vostro vescovo, come centinaia di migliaia di persone in Italia e di milioni di persone nel mondo, venisse fortemente provato dal virus. A volte riteniamo di essere inattaccabili o invincibili. Invece la pandemia ci mostra la nostra fragilità. Tuttavia Cristo ha fatto proprie le debolezze dell’uomo per riscattarle e ci esorta a guardare al futuro con speranza». Poi il monito. «Liberiamo il cuore dal male e rendiamolo pronto a ospitare Dio». Sull’esempio anche di san Giuseppe che nello «speciale Anno a lui dedicato per volontà dal Papa ci indica la via della tenerezza che può farci a prendere coscienza dei limiti umani e aiutarci a essere caritatevoli verso gli altri». Perché, sottolinea il cardinale, «sono davvero molte le famiglie o i poveri che oggi più che mai hanno bisogno della nostra solidarietà». Certo, avverte il presidente della Cei, benché il 2020 sia stato «angoscioso», il «Natale resta bello se ci fidiamo del Natale, ossia se ci affidiamo completamente a Colui che il Padre ci ha mandato. Ecco l’augurio che dal profondo del cuore io mi sento di esprimere alla nostra diocesi e all’Italia intera».

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