giovedì 18 marzo 2010
L’organismo sarà presieduto dal cardinale Ruini e composto da una ventina di vescovi, cardinali ed esperti a livello internazionale.
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«È stata costituita presso la Congregazione per la dottrina della fede, sotto la presidenza del cardinale Camillo Ruini, una commissione internazionale di inchiesta su Medjugorje». La notizia, che era trapelata come indiscrezione a fine dicembre, è stata data ieri ufficialmente con un comunicato della Sala stampa vaticana. Dove si specifica che «detta Commissione, composta da cardinali, vescovi, periti ed esperti, lavorerà in maniera riservata, sottoponendo l’esito del proprio studio alle istanze del dicastero» presieduto dal cardinale William Joseph Levada.La commissione d’inchiesta, guidata dal cardinale vicario emerito ed ex presidente della Conferenza episcopale italiana Camillo Ruini, sarà composta «indicativamente da una ventina di membri», ha spiegato alle agenzie padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, e al termine riferirà i risultati del proprio studio all’ex Sant’Uffizio. In altre parole, ha sottolineato il portavoce vaticano, «non è la commissione stessa che prende delle decisioni, delle pronunce definitive, ma essa offre il risultato del suo studio, un suo voto come si dice in termine tecnico, alla Congregazione che poi adotterà le decisioni del caso». Si tratta insomma di una commissione d’inchiesta e di studio che «svolge un compito su mandato della Congregazione e riferisce poi ad essa».La località di Medjugorie, in Bosnia Erzegovina, nel territorio della diocesi di Mostar, è diventata celebre nel mondo e meta di un gran numero di pellegrinaggi perché dal 24 giugno 1981 alcuni presunti veggenti affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenterebbe con il titolo di «Regina della Pace». Sulla veridicità delle apparizioni mariane la Chiesa cattolica non ha ancora assunto una posizione definitiva.«C’era stata all’inizio una commissione diocesana – ha ricordato padre Lombardi –, poi la commissione diocesana aveva detto che l’evento era più ampio della competenza della diocesi e aveva passato la mano alla Conferenza episcopale, che però allora era quella della Jugoslavia e che adesso non esiste più». «Quindi la questione – ha aggiunto – non è arrivata ad una conclusione, per quanto riguarda il tema della soprannaturalità o meno dei fenomeni. I vescovi della Bosnia ed Erzegovina hanno pertanto chiesto alla Congregazione per la dottrina della fede, a Roma, di prendere in mano la situazione».È noto che il vescovo di Mostar, Ratko Peric, come il suo predecessore, mantiene un giudizio negativo sui cosiddetti «fenomeni» di Medjugorje. Dove quindi non sono permessi pellegrinaggi ufficiali diocesani. Anche se non mancano quelli, privati, anche di autorevoli personalità ecclesiastiche, come quello effettuato lo scorso dicembre dal cardinale arcivescovo di Vienna, Christoph Schönborn.La commissione, composta da esperti in varie discipline - teologia, diritto canonico, psicologia... - e provenienti da diversi Paesi, quando finirà il suo studio quindi presenterà il frutto dei propri lavori alle varie «istanze» della Congregazione. E cioè la riunione dei consultori e quella dei cardinali e vescovi membri, la cosiddetta Feria quarta, così chiamata perché si riunisce di solito il mercoledì. La quale sottoporrà le proprie conclusioni al Papa.
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