domenica 27 giugno 2010
Nel 1950 Pio XI dichiarava santa la ragazza undicenne morta per sfuggire a una tentata violenza. E indicava la sua figura come modello di educazione cristiana. Al Santuario di Nettuno una Messa, un concerto e un cammino notturno per ricordare il martirio della piccola «Marietta».
COMMENTA E CONDIVIDI
Un anniversario significativo, celebrato per ricordare una delle più giovani sante della Chiesa: sessant’anni fa, il 24 giugno dell’Anno santo che cadeva a metà del secolo scorso, Pio XII presiedeva in piazza San Pietro la liturgia di canonizzazione della undicenne Maria Goretti. Nel Santuario di Nettuno a lei dedicato la ricorrenza è stata celebrata con una Messa giovedì, mentre ieri sera l’associazione Corale di San Marco di Latina ha tenuto un concerto in suo onore. In prossimità della memoria liturgica che cade il 6 luglio, sabato 3 luglio è in programma il pellegrinaggio notturno a piedi – giunto ormai alla 24ª edizione – che parte da Nettuno per arrivare domenica 4 all’alba a Le Ferriere, presso la casa di Marietta che è anche il luogo del suo martirio avvenuto nel 1902. Ricordando il giorno in cui Maria venne proclamata santa, il passionista padre Giovanni Alberti, rettore del Santuario di Nettuno, elenca alcuni eventi legati a quello storico pomeriggio del 1950: data l’affluenza di circa 500 mila persone, la celebrazione fu anticipata di un giorno e organizzata all’aperto. E non era mai successo che a una canonizzazione fosse presente la madre della nuova santa, l’allora 84enne Assunta Carlini. «Era buona e brava... ma che sarebbe diventata santa!», dichiarò l’anziana. Tra i presenti, anche Alessandro Serenelli, che pugnalò la ragazzina perché non acconsentì al suo tentativo di violenza; perdonato da mamma Assunta, dopo aver scontato trent’anni di carcere, diventò terziario in un convento di frati cappuccini, dove morì nel 1970. Quel giorno a onorare Marietta – ricorda padre Alberti – c’erano anche il presidente della Repubblica Luigi Einaudi e il primo ministro Alcide De Gasperi. «In questa vita di umile fanciulla possiamo ammirare non solo uno spettacolo degno del cielo, ma ancora degno di essere considerato e ammirato in questo nostro secolo – evidenziò il Pontefice durante l’omelia –. Imparino i padri e le madri come bisogna educare rettamente, santamente e fortemente i figli affidati loro da Dio». E nel messaggio inviato da Giovanni Paolo II il 6 luglio 2002, centenario della morte di Marietta, all’allora vescovo di Albano, Agostino Vallini, il Papa additava l’esempio della santa soprattutto ai giovani «per la sua vicenda spirituale, per la forza della sua fede, per la capacità di perdonare il suo aguzzino», indicandola come «una ragazza alla quale lo Spirito di Dio donò il coraggio di restare fedele alla vocazione cristiana sino al supremo sacrificio della vita. La giovane età, la mancanza di istruzione scolastica e la povertà dell’ambiente in cui viveva non impedirono alla grazia di manifestare in lei i suoi prodigi. Anzi, proprio in tali condizioni apparve in modo eloquente la predilezione di Dio per le persone umili». La questione dell’età, in effetti, rallentò il processo canonico, fa notare il rettore del Santuario di Nettuno, ma alla fine «la Chiesa si pronunciò per la maturità e la consapevolezza dei progetto di vita di Maria Goretti», anche se la sua storia «rimane quella tipica di una preadolescente». Una ragazzina che non è «la santa brava cinque minuti», chiarisce padre Alberti: «Le ultime 24 ore della sua esistenza ne hanno messo in chiaro il filo conduttore, costruito in una manciata di anni interamente vissuti alla luce del Vangelo, con una radicalità che non conosce i tanti "distinguo" dei cosiddetti cristiani adulti». Farne memoria, quindi, «vuol dire trovare energie per credere sempre alla novità dello Spirito».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: