giovedì 26 agosto 2010
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«La matita di Dio», così si definiva, ha lasciato il segno in tutto il mondo. Perché in occasione del centenario della sua nascita, che cade oggi, Madre Teresa di Calcutta verrà ricordata non solo nella sua patria d’adozione, l’India, dove è sepolta. Moltissimi Paesi europei e delle Americhe, in Asia anche Singapore e Libano, le rendono omaggio con la preghiera e l’adorazione eucaristica, celebrazioni liturgiche e cerimonie civili, eventi culturali come simposi, mostre e spettacoli. Dio ci ha creato per cose più grandi: amare ed essere amati è il tema delle iniziative, trasversali all’appartenenza religiosa o etnica, che proseguiranno fino a settembre (il 5 sarà il tredicesimo anniversario della sua morte) e a ottobre: il 7 la congregazione da lei fondata, le Missionarie della carità, compirà sessant’anni. «La sua vita e la sua opera continua a essere fonte di ispirazione per grandi e piccoli, ricchi e poveri di tutti i ceti sociali, religioni e nazioni», ha rilevato suor Mary Prema, dal marzo del 2009 alla guida dell’istituto, nel messaggio inviato per la ricorrenza.Il popolo del quarto voto. A festeggiare la «Madre», lo avrebbe certamente gradito, ci sono – assieme a coloro che hanno abbracciato il suo carisma e ai volontari – anziani soli, disabili fisici e mentali, malati terminali e di Aids, ragazze madri, bambini orfani o abbandonati, immigrati, lebbrosi, indigenti... «I più poveri tra i poveri» che aveva promesso di servire con un quarto voto, in cui riconosceva il volto di Cristo sulla croce che chiede anzitutto di essere amato. Un’eredità consegnata ai cinque rami, due femminili e tre maschili, da lei istituiti: accanto alle suore di vita attiva, infatti, ci sono le Missionarie e i Missionari della carità dediti alla contemplativa, i padri (sacerdoti) e i fratelli (consacrati ma non ordinati) attivi. Che scelgono l’essenzialità in modo radicale: niente cellulare né computer, lavatrice e televisione, automobile e comodità. Con gioia da vendere.Nella «sua» India. Dal 1929 l’India, e Calcutta in particolare, era diventata la sua terra di elezione, tanto da essere associata al suo nome: oggi nella Casa madre delle Missionarie della carità, dove la beata riposa, presiederà una solenne celebrazione eucaristica il cardinale Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi. A New Delhi si tiene un simposio su iniziativa della Conferenza episcopale indiana e con il concorso dell’Unesco; sabato 28 si terrà la commemorazione pubblica alla presenza del presidente indiano Pratibha Devisingh Patil, che ha voluto proclamare il 26 agosto «Giornata nazionale degli orfani» per ricordare l’attenzione di Madre Teresa verso di loro. Sempre oggi verrà inaugurato il Mother Teresa International Film Festival: 51 spettacoli e 15 film in arrivo da sette Paesi.Così in Italia. A Roma il cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, presiede alle 19 la Messa nella Basilica di San Lorenzo in Damaso, dopo l’inaugurazione della mostra fotografica al Palazzo della Cancelleria. Altre celebrazioni sono in programma nel pomeriggio a Genova (con il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo della diocesi e presidente della Cei), Milano, Firenze, Bologna e a Vittoria, in provincia di Ragusa. Una ventina le comunità delle Missionarie della carità presenti nel nostro Paese, mentre nel mondo le sisters sono circa cinquemila.UNA MEMORIA CHE SCAVALCA I CONFINIAnche nelle origini di Madre Teresa sembra essere inscritta la sua apertura ecumenica e interreligiosa, il suo appartenere un po’ a tutti portando dialogo e pace. Pure nella terra calda dei Balcani che l’ha vista nascere nel 1910. Un secolo fa Skopje, l’odierna capitale della Repubblica di Macedonia, si trovava nell’Impero Ottomano. La chiesa del Sacro Cuore, dove Agnes Gonxha Bojaxhiu fu battezzata, non esiste più: là oggi i pellegrini trovano il monumento eretto in sua memoria. I suoi genitori, di etnia albanese, erano originari del vicino Kosovo (il padre di Prizren e la madre di Novoselle), dove la famiglia andava d’estate per pregare al santuario di Letnica, al confine con la Macedonia: davanti alla statua della Madonna, nella veglia del 14 agosto 1928, la ragazza decise di farsi suora.Lo storico e il vescovo. «Se la litigano un po’ tutti, la rivendicano. È bello avere un santo come connazionale, anche se il Paese di elezione di Madre Teresa è l’India», sottolinea lo storico Roberto Morozzo Della Rocca, esperto di Europa orientale. «Rivalità sulle origini di Madre Teresa? Non ce ne sono», replica l’arcivescovo di Scutari-Pult Angelo Massafra, vicepresidente della Conferenza episcopale albanese. In ogni caso, incalza il presule, «quando è venuta alla luce, Shkupi apparteneva all’Albania. Ovviamente gli albanesi ci tengono che vengano riconosciute le radici di Madre Teresa: sono orgogliosi di avere una compatriota come lei».Balcani in festa. Nel triangolo balcanico i festeggiamenti si svolgono in luoghi significativi per la religiosa e la sua famiglia. Oggi parte da Tirana un pellegrinaggio nazionale fino alla cattedrale di Laç Vau Dejes, che sarà dedicata alla beata. Nelle stesse ore a Skopje sono in programma una commemorazione di Stato e un premio nazionale, mostre e la Messa alla cattedrale del Sacro Cuore. Anche nella cattedrale bosniaca di Banja Luca si terrà una celebrazione eucaristica. A Pristina, invece, la cattedrale intitolata a Madre Teresa verrà inaugurata il 5 settembre, 13° anniversario della sua morte.I più poveri tra i poveri. Madre Teresa, che oggi avrebbe compiuto cent’anni, venne beatificata da Giovanni Paolo II il 19 ottobre 2003; a soli due anni dalla morte della religiosa (invece dei cinque previsti), Wojtyla consentì che si aprisse la sua causa di canonizzazione. Premio Nobel per la pace nel 1979, la fondatrice delle Missionarie della carità – morta a Calcutta il 5 settembre 1997 – era nata il 26 agosto 1910 a Skopje. Gonxha Agnes Bojaxhiu entra 18enne tra le Suore di Loreto; approda in India come insegnante. Ma avverte una «chiamata nella chiamata»: il 10 settembre 1946 lascia il convento per dedicarsi ai «più poveri tra i poveri»: è il seme di una nuova congregazione, quella delle suore col sari bianco orlato di blu, oggi diffusa in tutto il mondo.
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