sabato 21 maggio 2016
La Madonna delle lacrime pellegrina nel carcere di Cavadonna
COMMENTA E CONDIVIDI
Si è conclusa venerdì mattina la visita del reliquiario contenente le lacrime della Madonnina di Siracusa ai detenuti della Casa circondariale di Cavadonna. Gli ospiti del carcere hanno vissuto una intensa emozione pregando davanti all’urna sacra contenente le lacrime di Maria e hanno avuto l’opportunità di rimanere in adorazione nella cappella della casa di reclusione. L’impossibilità degli ospiti di Cavadonna di recarsi a Siracusa nel maestoso santuario mariano ha fatto sì che la Madonna si facesse “pellegrina” tra coloro che abitualmente la pregano. Il reliquiario ha fatto il suo ingresso a Cavadonna nelle mani di don Andrea Zappulla, coadiutore del Santuario della Madonna delle lacrime, affiancato dal cappellano del carcere, il frate minore cappuccino Francesco Vinci. Accompagnata anche da due frati cappuccini in formazione, la reliquia è stata accolta dal direttore Angela Lantieri che ha promosso l’iniziativa, dallo staff educativo della struttura carceraria, il Corpo di polizia penitenziaria e alcuni volontari. L’evento giunge a quindici giorni dall’esposizione dello stesso reliquiario a Roma, nella basilica di San Pietro durante la veglia di preghiera presieduta da Papa Francesco – nell’anno della Misericordia - “per asciugare le lacrime di chi soffre nel corpo e nello spirito”, e ha previsto per i reclusi tre turni di preghiera, dalle 10 alle 13 con recita del rosario, canti mariani e proiezione del documentario storico della lacrimazione. Nel pomeriggio il reliquiario è stato portato in processione per tutte le sezioni della struttura che conta circa 500 detenuti. “È stata una esperienza bellissima. Una iniziativa a cui ne seguiranno altre – dichiara la direttrice Angela Lantieri – che ho accolto con entusiasmo perché in questi luoghi c’è bisogno di conforto. Spero che sia una giornata di autentica preghiera che possa accrescere la fede e la speranza in quanti l’hanno perduta”. “I fratelli che sono in carcere - dice il cappellano padre Francesco Vinci - hanno aspettato questi giorni in un modo veramente particolare. Tutti abbiamo bisogno della intercessione, della protezione della Vergine Maria, ma certamente nei momenti più difficili, più disperati, più tristi della vita, quando sopraggiunge la malinconia per non avere nessuno accanto, quando tutte le luci si spengono e ci si sente disorientati, ci sono certamente dei punti di riferimento spirituali che rimangono e che accendono ancora la voglia di andare avanti. Maria che piange porta il suo pianto senza portare tristezza, ma consolazione perché richiama all’amore materno. Maria madre di misericordia ridesta in noi un vivo sentimento a cercare il perdono del Signore”.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: