sabato 9 giugno 2012
​Il vescovo Giuliodori: «È la testimonianza concreta dell’opera dello Spirito Santo che rende presente Gesù». Una parte delle offerte raccolte andrà alle terre colpite dal terremoto.
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​Macerata è pronta a accogliere il grande popolo del pellegrinaggio, stimato anche quest’anno attorno alle 90mila presenze. E lo si è percepito dalle parole del vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, Claudio Giuliodori, ieri mattina nella conferenza stampa di presentazione dell’evento, quando ha sottolineato la portata «universale» di questo pellegrinaggio - giunto alla sua 34ª edizione - che tutti gli anni coinvolge migliaia e migliaia di persone da ogni parte d’Italia e del mondo. «Lo stesso Santo Padre – ha ricordato Giuliodori – ha mostrato stupore per il numero sempre più rilevante di pellegrini che prendono parte a questo cammino e l’ha detto espressamente mercoledì scorso mentre mi trovavo in piazza San Pietro a Roma insieme a monsignor Giancarlo Vecerrica per la benedizione della fiaccola. Io vi accompagno sono state le parole con cui ci ha salutato il Papa, evidenziando la sua intima e profonda partecipazione, non meno forte di chi può farlo fisicamente». Un pellegrinaggio che «entusiasma» Benedetto XVI e che stupisce per i suoi numeri ma non solo. Qualcosa come 2.700 volontari, che provengono dalle Marche, dall’Abruzzo, dall’Emilia Romagna e dalla Lombardia, tra cui 800 al servizio accoglienza, 450 tra personale medico e paramedico, 250 per l’amplificazione, 170 per il ristoro della colazione all’alba con la preparazione di 4mila litri di tè, 3mila di caffè, 36mila merendine, 15mila bottigliette d’acqua e sette quintali di dolci fatti a mano. Poi trecento persone alla segreteria, 100 al coro e 130 al servizio liturgico. Numeri snocciolati dal responsabile della logistica Massimo Orselli, ma ribaditi anche dal vescovo Giuliodori: «Sono meravigliato da tutto questo – ha insistito il presule – ma quando le cose nascono dall’incontro con Cristo, diventano opera dello Spirito e superano ogni calcolo e logica umana. È la testimonianza concreta dell’opera dello Spirito che rende presente Cristo». Infine tre caratterizzazioni sul pellegrinaggio: «L’essere pellegrini, ovvero la preghiera, la domanda di chi decide di camminare da offrire dentro tutti i propri problemi e le proprie aspettative, quindi la possibilità che un gesto come questo generi una ripresa e un riscatto nell’uomo e per concludere il pensiero a coloro che sono stati colpiti dal dramma del terremoto». E non a caso quest’anno parte delle offerte verranno destinate proprio alle popolazioni dell’Emilia Romagna. Intanto, sui 180 pullman ufficialmente iscritti, ce ne sono due che provengono proprio da Ferrara e Reggio Emilia. Il pellegrinaggio è anche e soprattutto questo. Un generatore continuo di speranza. Anche il sindaco di Macerata Romano Carancini ha sfiorato il tasto della speranza, come radice di un appuntamento cui la città è legata da lunga tradizione e «in un momento così difficile della nostra società siamo orgogliosi e felici di ospitare questa nuova edizione come punto di riferimento per la nostra vita e la nostra crescita umana». Tutto pronto quindi per stasera con inizio alle 20.30 dallo stadio Helvia Recina di Macerata, dove arriverà anche la fiaccola della pace, «sospinta» da 25 tedofori e dopo 311 chilometri, tra Lazio, Umbria e, appunto, Marche. Una fiaccola benedetta da Benedetto XVI che ha fatto pervenire anche un messaggio agli oltre 90mila pellegrini previsti e che verrà letto stasera dal vescovo Claudio Giuliodori.
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