martedì 10 maggio 2016
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R itrovarsi insieme nell’ascolto della Parola, come amici di vecchia data, di più, come fratelli. Nella chiesa valdese in stile neogotico di via Spezio, la domenica dell’Ascensione è stata un giorno speciale, «perché, per la prima volta nella storia della testimonianza protestante in città, abbiamo ricevuto la visita dell’arcivescovo cattolico», ha sottolineato il pastore Peter Ciaccio. Un incontro fortemente voluto dalle due Chiese, che ha coinvolto uomini e donne di diversa provenienza culturale e confessionale in un momento intenso di preghiera e ascolto. Un nuovo passo avanti sul cammino dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso intrapreso dall’arcivescovo Corrado Lorefice, sin dal giorno del suo insediamento, cinque mesi fa. Una bellissima corale ghanese ha dato il benvenuto all’arcivescovo con uno di quei canti così struggenti e ritmati da fargli esclamare: «Mi avete reso ricolmo di gioia. Siete la prova che certamente dal sud del mondo non abbiamo nulla da temere, abbiamo solo da ringraziare ». Hanno partecipato al culto i rappresentanti delle Chiese valdese e metodista e il direttore dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, don Pietro Magro. «Il dialogo è amicizia e incontro. I cristiani devono sempre più essere segno di unità nel mondo» ha affermato Lorefice. L’arcivescovo ha predicato all’assemblea dall’alto pulpito di legno, seguito dal pastore Peter Ciaccio. «È lo Spirito che ricostituirà l’unità originaria dei dodici e che fa di un impaurito e demotivato gruppuscolo di uomini una comunità di fratelli disposti a fare spazio sempre e comunque ad altri uomini, a osservare quello che Gesù ci ha comandato – afferma Lorefice –. E altro non è che la legge dell’amore, che accoglie e non esclude nessuno. Non è la trasmissione di una dottrina, ma comunicazione del vissuto, una testimonianza del comandamento dell’amore».. E il pastore: «Se siamo qui, è un segno che le promesse di Dio sono vere, è Gesù che ci ha accompagnato e ci ha riunito». Alessandra Turrisi © RIPRODUZIONE RISERVATA Palermo Lorefice (a sinistra) e Ciaccio (Fucarini)
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