mercoledì 17 settembre 2014
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Sono tante le persone che frequentano maghi e chiromanti nell’intento di ottenere benefici di varia natura e guarigioni, ma non di rado anche per chiedere malefici contro altri. Vi sono anche fedeli che si recano da sacerdoti per essere liberati da possessioni e infestazioni diaboliche. Insomma, c’è un mondo che ha bisogno di essere aiutato e guidato ed è per questo che i vescovi della Toscana hanno voluto ripresentare e ampliare, a 20 anni di distanza, la Nota pastorale 'A proposito di magia e di demonologia', corredandola con «indicazioni pastorali e norme» su «Esorcismi e preghiere di guarigione».  Il documento non fornisce dati, ma dalla lettura si si comprende la preoccupazione per un fenomeno in crescita di fronte al quale le risposte sono spesso sbagliate. Vi sono, a giudizio dei vescovi, «alcuni sacerdoti, animati da buona volontà» che «si rendono disponibili » ad accogliere, ascoltare, benedire queste persone, e «a volte, anche ad esorcizzarle, in modo però non permesso, non uniforme e non coordinato ». Vi sono poi «fedeli laici che guidano preghiere di liberazione aventi la presunzione di assimilarsi a veri e propri esorcismi, con tanto di imposizione delle mani e benedizioni ». La «denuncia» e il «richiamo» a sacerdoti e fedeli riguarda anche i «luoghi» dove avvengono questi riti, ma il testo vuol andare oltre e ricorda che la Chiesa è chiamata «ad accogliere le persone che chiedono di essere liberate e guarite dal maligno o dai suoi lacci, perché sono sempre persone bisognose di aiuto». Quindi i vescovi toscani indicano in quattro verbi il tipo di risposta che la Chiesa deve fornire: «Annunciare» il Vangelo; «benedire » nell’ambito dell’azione sacramentale; «liberare» gli oppressi attraverso la forza salvifica di Gesù (il che può comportare anche preghiere di guarigione ed esorcismi); infine «vigilare» sul sentimento religioso e sulle pratiche con cui i fedeli esprimono la loro fede cristiana per evitare errori e deviazioni nei confronti della fede autentica e genuina.  L’ultima parte del testo (pubblicato dalla Cooperativa Firenze 2000) contiene una serie di «disposizioni normative», di cui la parte più consistente riguarda l’esorcismo, ribadendo prima di tutto che lo può fare «soltanto il sacerdote che ne abbia ottenuto speciale ed espressa licenza da parte del proprio vescovo diocesano e limitatamente al territorio diocesano». Si sottolinea anche l’importanza del discernimento, avvalendosi, se necessario, anche «della consulenza di persone esperte di medicina e di psichiatria individuate e approvate dal vescovo». Quello che è severamente proibito è «benedire singolarmente i fedeli con il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia al fine di ottenerne la guarigione o la liberazione dal maligno». Un paragrafo definisce «impropria » l’espressione «Messe di liberazione o di guarigione», ricordando che «Ogni Messa, in quanto tale, è sempre fonte di liberazione, perciò non esiste nel Messale un formulario specifico 'di liberazione' o 'di guarigione'». L’ultima raccomandazione riguarda l’obbligo della «gratuità». Non si deve mai parlare di 'compensi' per quanto ricevuto. Eventuali offerte «devono essere assolutamente libere» e «accolte secondo le indicazioni della legge della Chiesa».
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