domenica 23 novembre 2014
Contenuti e sfide della prossima Assemblea ecclesiale: parla il presidente del Comitato preparatorio, mons. Nosiglia. TRACCIA
Il contenuto e il metodo di Adriano Fabris
Il logo? Si decide su Facebook di Chiara Giaccardi
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È da oggi disponibile online – e tra pochi giorni lo sarà anche in libreria – la Traccia per il cammino verso il 5° Convegno ecclesiale nazionale (LEGGI E SCARICA) in programma a Firenze tra un anno. Atteso alla presentazione ufficiale il 1° dicembre a Roma, il testo lancia la fase del più ampio coinvolgimento della Chiesa italiana verso un appuntamento che riguarda tutti i credenti, e non solo. Il presidente del Comitato preparatorio monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, ci illustra significato e finalità del documento.Che natura ha il testo che viene consegnato nelle mani dei cattolici italiani?La Traccia non è un documento ma una specie di mappa che indica la strada da percorrere insieme verso la meta. È un testo aperto che vuole stimolare il coinvolgimento delle comunità cristiane verso il Convegno e promuovere concrete iniziative di impegno nei vari ambiti della pastorale che testimonino il nuovo umanesimo in Gesù Cristo quale fonte di vera e piena promozione umana e annuncio di speranza per tutti. Per questo intende anche aprire un cammino di discernimento sul tema del Convegno, a partire sia dalle esperienze che sono già in atto nelle nostre Chiese locali sia da una riflessione ponderata e motivata in una prospettiva teologica e pastorale ma anche culturale, in modo da avviare un dialogo e confronto con tutte le realtà religiose e laiche del Paese.La Traccia tiene dunque conto delle esperienze pervenute dalla base ecclesiale in questo ultimo anno. Quale volto di Chiesa emerge da esse?Abbiamo ricevuto oltre 200 risposte di concrete esperienze in cui si realizza nei diversi ambiti umani e pastorali l’umanesimo cristiano. Questa ampia partecipazione rivela un bisogno di discernimento comunitario di fronte alle sfide del mondo contemporaneo e suggerisce la voglia di camminare insieme, di assaporare il gusto di essere Chiesa, qui e oggi nel nostro Paese, senza timori o complessi di inferiorità ma con la consapevolezza di poter offrire a tutti un contributo decisivo per ridare forza e vigore alla sua crescita spirituale e sociale, partendo dal cuore del messaggio cristiano che è l’annuncio di Gesù Cristo. Naturalmente la Traccia non si limita alle esperienze ma affronta il tema del Convegno sul piano culturale, teologico e pastorale, recuperando tra l’altro gli ambiti del Convegno di Verona, rivisitati a partire dal dinamismo delle vie che Papa Francesco ci offre nella Evangelii gaudium.La Chiesa in Italia ha la sua peculiarità specifica nel profondo radicamento tra la gente. Le sembra che questa caratteristica sia ancora vitale e fruttuosa oppure occorre rilanciarla, e in che modo?Dalle esperienze pervenute si conferma con evidenza questo radicamento di prossimità alla vita della gente, delle famiglie, delle nuove generazioni, dei poveri e di quanti in questo momento soffrono la crisi in atto e trovano nelle parrocchie e realtà ecclesiali un sostegno e un accompagnamento concreto che dà forza e speranza. È mediante questa testimonianza capillare e quotidiana – il saper intercettare vivendo insieme, nella gratuità e nella coralità, le più profonde e sentite problematiche esistenziali – che la Chiesa può rendere ragione della speranza in Gesù Cristo che la anima e la guida. Il Convegno è chiamato a rendere ancora più incisivo e permanente questo impegno che rappresenta una ricchezza immensa per il nostro Paese.Quali sono le parole-chiave del testo che da qui in avanti servirà da guida per avvicinarsi al grande Convegno?Quelle che stanno alla base della Evangelii gaudium di Papa Francesco. La Traccia segue nel suo percorso quanto il Papa ci indica nell’esortazione apostolica e ne assume in modo evidente lo slancio missionario che la anima. Una Chiesa in uscita che abita il quotidiano delle persone e, grazie allo stile povero e solidale, rinnova la storia di ciascuno, ridà speranza e riapre le nostre vite all’orizzonte della gioia della risurrezione. Una Chiesa gioiosa, dunque, perché sempre piena di meraviglia nello scoprire che nella vita quotidiana è visitata dalla misericordia di Dio. In questo modo gli ambienti quotidianamente abitati, come la famiglia, l’educazione e la scuola, il creato, la città, il lavoro, i poveri ed emarginati, l’universo digitale e la rete, vengono assunti come periferie esistenziali, che diventano una priorità della Chiesa. In essi occorre operare un discernimento per accogliere l’urgenza missionaria di Gesù, e rivelare con la testimonianza che in Lui si trova la luce per viverli nella verità e nell’amore.Alle varie espressioni della comunità ecclesiale serve anche un’indicazione di metodo. Come va usata la Traccia? Che tipo di lavoro si attende da parte della "base"?La Traccia va approfondita e discussa nei consigli pastorali parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti, nelle realtà culturali e sociali, con una particolare attenzione al concreto dell’esperienza, insieme a una riflessione teologica e culturale che permetta di dialogare e confrontarsi con quanti perseguono nella nostra società umanesimi diversi o anche opposti a quello cristiano. Lo scopo della Traccia infatti è far maturare in ogni battezzato la sfida che proprio accogliendo il nuovo umanesimo in Gesù Cristo è possibile costruire insieme a tutti una società più giusta, solidale e pacifica, in grado di accogliere il desiderio di bene, di verità e di giustizia che alberga nel cuore di ogni persona. La Traccia è un testo breve, per cui sarà posta nel sito del Convegno una serie di schede che serviranno come sussidi utili a sviluppare i diversi temi. Come può il Convegno di Firenze evitare il rischio della autoreferenzialità, del parlare di Chiesa ai solo "professionisti" della pastorale?Si è chiesto di scegliere tra i delegati persone che sono impegnate nella base ecclesiale in modo da portarne le istanze e le attese. Non solo quindi rappresentanti ed esponenti di particolari uffici o realtà istituzionali ma cristiani che si distinguono per il loro impegno nei diversi ambiti pastorali, e che possano dunque testimoniare la loro concreta esperienza sul tema dell’umanesimo e che sono impegnati anche a percorrere vie nuove di evangelizzazione e di testimonianza. Anche durante la celebrazione stessa del Convegno sono previsti momenti in cui i delegati andranno ad ascoltare e interloquire direttamente con la gente nelle "periferie esistenziali e concrete" della diocesi di Firenze.
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