venerdì 20 luglio 2012
"Sono io, non abbiate paura". Così il vescovo della diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, monsignor Armando Trasarti, in un messaggio ai fedeli ad una settimana dall'arresto del suo ex portavoce, in carcere con l'accusa di abusi ai danni di una minorenne.​
COMMENTA E CONDIVIDI
"Sono io, non abbiate paura". Così il vescovo della diocesi di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola, monsignor Armando Trasarti, in un messaggio ai fedeli ad una settimana esatta dall'arresto di don Giangiacomo Ruggeri, in carcere a Pesaro con l'accusa di abusi ai danni di una minorenne.Ego sum nolite timere è il motto episcopale, scelto cinque ani fa, dal vescovo Trasarti e lui stesso ammette che non avrebbe "mai pensato di doverlo rileggere alla luce di quanto accaduto e mentre attendiamo che la magistratura chiarisca la posizione di un nostro sacerdote, don Giangiacomo Ruggeri". Il porporato dice di sentire "forte dentro di me lo strazio lancinante, un peso indescrivibile per quanto accaduto, lo sconcerto per le ipotesi di reato contestate e nel contempo il dolore per un mio e nostro fratello sacerdote, la vicinanza a chi è stato oggetto di abuso". Nonostante tutto, però, il vescovo ricorda che "situazioni come quella che stiamo vivendo ci ricordano in modo quasi prepotente che la nostra fragile umanità è stata scelta da Dio come via privilegiata della sua presenza nella storia".Nella lunga lettera ai fedeli, Trasarti ricorda l'importanza di "predicare il vangelo" e che "anche a noi è chiesto in questo momento e sempre di mettere la nostra fragile umanità al servizio del vangelo, poveri e insignificanti, fragili e peccatori, ma resi forti e risanati dalla parola del vangelo che custodiamo gelosamente"."Questo è il tempo che ci è dato di vivere - scrive ancora -, e nonostante sia estremamente fragile perchè affidato alla nostra umanità imperfetta, abbiamo ancora come chiesa il compito di accogliere e annunciare il vangelo". "Sentiamo - pieni di fiducia - la straordinaria forza dell'amore di Dio che rinfranca il cuore - conclude la lettera di mons. Trasarti - e anche in questo momento di prova riscopriamo un nuovo percorso di conversione, proviamo a rimpastare la nostra vita fidandoci unicamente di Lui che dopo 2000 anni sussurra al nostro cuore parole di speranza e di misericordia, 'coraggio sono Io non abbiate paurà".LA LETTERA AI SACERDOTI
"Oggi mi sento di chiedere a voi, miei fratelli, di essere custodi gli uni degli altri, perchè nessuno si senta solo, smarrito". È uno dei passaggi di un'altra lettera del vescovo di Fano ai sacerdoti, ai consacrati e ai diaconi permanenti della diocesi e ai quali il capo della curiafa sapere di attraversare un "momento di intenso e lacerante dolore per la vicenda di don Giangiacomo Ruggeri". "Impariamo anche a custodire i fratelli" è l'esortazione di monsignor Trasarti, secondo il quale "il presbiterio non è semplicemente una realtà formale o liturgica, ma mistero, realtà nella quale Dio ci salva". "Non posso e non voglio anticipare l'accertamento dei fatti e il giudizio - scrive ancora - che spettano qui sulla terra innanzitutto alla magistratura, verso la quale va la nostra piena fiducia. Voglio ancora una volta manifestare la mia piena solidarietà a tutti coloro che soffrono per questa vicenda".Riferendosi in modo chiaro al suo ex portavoce, l'alto prelato dice di non voler "dimenticare il bene compiuto da questo nostro fratello in tanti anni di ministero, nè sottrarci al dovere di portare insieme a lui, in solido, il peso e la sofferenza per quanto accaduto". E poi ammette: "Non possiamo mai dare per scontata la nostra fedeltà: essa nasce come grazia, dono dall'Alto, e tale rimane; una grazia che s'incarna nelle nostre persone". Ma, tornando a riferirsi al mistero del presbiterio, Trasarti dice che da questa considerazione "deriva uno stile di vita, un impegno di relazione, e perchè no, di custodia reciproca".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: