sabato 7 maggio 2016
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I l Signore non ci dice che con lui non «ci saranno problemi». E la gioia e la speranza del cristiano «non sono un carnevale: sono un’altra cosa, anche il dover affrontare le difficoltà». Lo ha ricordato il Papa nella sua omelia di ieri mattina, nella Messa celebrata a Casa Santa Marta. «La Chiesa ci dice quale dev’essere l’atteggiamento cristiano: gioia e speranza insieme» ha detto Francesco. La gioia infatti «fa forte la speranza e la speranza fiorisce nella gioia». Due atteggiamenti legati fra loro perché «indicano un uscire da noi stessi: il gioioso non si chiude in se stesso; la speranza ti porta là, è l’ancora che è sulla spiaggia del cielo e ti porta fuori». Sulle difficoltà che si incontrano nel cammino cristiano, il Papa ha riproposto «l’immagine che usa il Signore oggi nel Vangelo: la donna quando è arrivata l’ora del parto». È vero, ha spiegato, «la donna quando partorisce è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino non si ricorda più della sofferenza». Ed è proprio «quello che fanno la gioia e la speranza insieme, nella nostra vita, quando siamo nelle tribolazioni, quando siamo nei problemi, quando soffriamo». Non si tratta quindi di «un’anestesia»: «Il dolore è dolore, ma vissuto con gioia e speranza ti apre la porta alla gioia di un frutto nuovo». E se «la gioia umana può essere tolta da qualche difficoltà», quella «che il Signore ci dà» nessuno «la può togliere, è duratura, anche nei momenti più bui». (A.Ga.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
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