sabato 26 marzo 2016
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« V i annuncio con grande gioia e commozione che in questo giorno solenne il prodigio della Sacra Spina tanto atteso è già cominciato. Non per mostrare segni straordinari, ma per manifestare Cristo sofferente in mezzo a noi nei malati, disabili, persone sole, poveri, emarginati ed esclusi di ogni tempo. Voi mi insegnate come vivere questo giorno indimenticabile». Erano le 17.35 quando Raffaele Calabro, amministratore apostolico della diocesi di Andria, durante la celebrazione della Passione di Cristo, dava l’annuncio in Cattedrale dell’avvenuto prodigio della Sacra Spina, la reliquia custodita dal 1308 nella Cattedrale di Andria, dono della principessa Beatrice D’Angiò. Infatti attorno alle 16.10 è comparsa una piccola gemma, poi una seconda e una terza. La protuberanza presentava un’oscurità marcata all’estremità già dalle 9.30, ed è ancora in gemmazione. Un evento che si verifica soltanto quando in data 25 marzo si celebra il Venerdì Santo. Una giornata vissuta nel silenzio e raccoglimento, all’insegna della sobrietà sin dalle 7 del mattino, e che ha visto confluire da ogni parte fedeli, autorità civili, religiose, delegazioni estere per contemplare la Sacra Reliquia. Ogni ora turni di adorazione guidati e fino alle 23, possibilità di accostarsi anche al Sacramento della Confessione. Tanti i fedeli che non sono voluti mancare: 30mila persone circa. Tra loro Renata, 52 anni, lucana di origine, sposata da 30 anni circa residente ad Andria. «Non sapevo neppure dell’esistenza di questo frammento della Corona di Cristo così importante, nel 2005 non ho voluto vivere l’evento. Poi è arrivata la conversione, il Signore ci manda un segno per ricordarci che siamo piccoli e fragili, e la sua misericordia è grande». Alle 19.30 in Piazza Vittorio Emanuele II davanti al Vescovado, don Gianni Massaro, delegato dell’amministratore apostolico ha presieduto la Via Crucis, in cui non è mancato il ricordo per le vittime di Bruxelles. Sabina Leonetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
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