sabato 30 aprile 2016
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L impidi come Dio. E senza peccato. Perché non c’è errore riconosciuto che non attiri la tenerezza e il perdono del Padre. «Questa è la vita cristiana», sintetizza papa Francesco nell’omelia della Messa di ieri mattina a Santa Marta. Commentando il brano della Lettera di san Giovanni in cui l’Apostolo mette i credenti di fronte alla seria responsabilità di non avere doppiezza di vita, il Pontefice ammonisce: «Se tu dici che sei in comunione con il Signore, cammina nella luce! Ma la doppia vita no! Quella menzogna che noi siamo tanto abituati a vedere, anche a caderci pure noi. Dire una cosa e farne un’altra, no?». Bergoglio ricorda da dove viene menzogna. «Gesù chiama il diavolo “padre della menzogna”, il bugiardo. Per questo, con tanta dolcezza, con tanta mitezza, questo nonno dice alla Chiesa “adolescente”: “Non essere bugiarda! Tu sei in comunione con Dio, cammina alla luce. Fa opere di luce, non dire una cosa e farne un’altra, non la doppia vita”». La Lettera di Giovanni inizia con l’espressione “Figlioli miei”. Nell’incipit – osserva il Papa – riecheggia la «dolcezza» delle parole nel Vangelo. Di fronte agli errori o alle cadute, nessuno «si scoraggi», afferma Francesco. E aggiunge: «Abbiamo un Paraclito, una parola, un avvocato, un difensore presso il Padre: è Gesù Cristo, il Giusto. Lui ci giustifica, ci dà la grazia». Poi sottolinea: «Lui – il Signore – è più grande dei nostri peccati». Questa, chiarisce Bergoglio, «è la misericordia di Dio, è la grandezza di Dio». Da qui le conclusioni: «Non andare con un piede nella luce e l’altro nelle tenebre. Non essere bugiardi. E l’altra: tutti abbiamo peccato. Nessuno può dire: “Questo è un peccatore; questa è una peccatrice. Io, grazie a Dio, sono giusto”. No, soltanto uno è Giusto, quello che ha pagato per noi. E se qualcuno pecca, Lui ci aspetta, ci perdona, perché è misericordioso e sa bene di che siamo plasmati e ricorda che noi siamo polvere». (G.Gam.) © RIPRODUZIONE RISERVATA La Messa di ieri a Santa Marta
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