sabato 3 dicembre 2016
È un «condominio solidale» l’eredità del Convegno ecclesiale nazionale. Oggi l’inaugurazione del primo lotto con Betori, Meini, Nardella e Tombari
La «Casa della carità», segno di Firenze 2015
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Un "condominio solidale", che unisce appartamenti per anziani e spazi di aggregazione per bambini e ragazzi. È la 'Casa della carità', il segno concreto lasciato a Firenze dal Convegno ecclesiale nazionale del novembre 2015. A un anno di distanza, viene inaugurato oggi, alle 15 in via Corelli, il primo lotto di quest’opera pensata come espressione di quel 'nuovo umanesimo' intorno a cui si incentrarono i lavori. Alla cerimonia interverranno il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, monsignor Mario Meini, vice presidente della Cei, Umberto Tombari, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, e il sindaco di Firenze Dario Nardella.

La 'Casa della Carità' si trova in via Corelli, nel quartiere di Novoli. Il quartiere più densamente abitato, alla periferia nord ovest di Firenze: il progetto è nato per venire incontro alla carenza di servizi e di housing sociale, attraverso il risanamento di un’area disabitata da tempo. La realizzazione è stata sostenuta dalla Conferenza Episcopale Italiana con 2,5 milioni di euro, dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze con altrettanti 2,5 milioni di euro, e dall’Arcidiocesi di Firenze con 1,5 milioni di euro. La gestione è stata affidata alla Caritas diocesana, a beneficio delle fasce più deboli della popolazione. Il progetto era stato presentato già alcuni mesi prima del Convegno ecclesiale nazionale: il tipo di intervento, sottolineò allora il segretario generale della Cei Nunzio Galantino, dava la percezione di quello di cui si sarebbe parlato a Firenze 2015: «inventare forme nuove del vivere insieme, ispirate dal Vangelo.

Anche la stessa dinamica dell’abitare cambia di segno se c’è di mezzo l’umanità che Gesù Cristo ci ha svelato». Il cardinale Betori, da parte sua, aggiunse: «Appare particolarmente significativo e, per così dire, in controtendenza poter offrire spazi di vita in una società che è molto attenta ad allargare gli spazi del consumo, ma è poco attenta agli spazi di relazione. È questo un segno concreto della visione dell’umano che trae dal Vangelo i suoi criteri fondanti ed è capace di mostrare una strada di piena umanizzazione per tutti».

La prima sezione della Casa della Carità (1.892 metri quadri) comprende al piano terra un Centro diurno per minori, che partirà già a dicembre; un centro di ascolto, di prossima apertura; e una grande sala incontri per attività comuni, corsi di formazione, ma anche come sala a disposizione del quartiere con accesso dall’esterno. Al primo e al secondo piano del Condominio Solidale, affacciati si trovano invece i 14 appartamenti destinati a singoli o coppie di anziani autosufficienti. L’ingresso delle persone nella struttura sarà regolato da una commissione ad hoc, che insieme alla rete dei servizi sociali del territorio, valuterà caso per caso. La cura e il coordinamento dei servizi previsti saranno affidati a una piccola comunità di religiose del Sacro Cuore.

Entro la fine del 2017 sarà infatti completato il secondo lotto con un centro di accoglienza, l’abitazione delle suore e una cappella realizzata in collaborazione con la Scuola di Arte Sacra di Firenze. «La principale caratteristica del Condominio solidale – commenta il direttore della Caritas diocesana, Alessandro Martini – sarà quella di mettere in moto un’esperienza di condivisione tra realtà e condizioni di vita diverse, e di essere aperto alla vita comunitaria, all’interazione tra generazioni differenti, grazie anche al consolidamento dei rapporti con le parrocchie, le realtà associative e le famiglie del territorio.

L’esperienza di condivisione, il valore del mutuo aiuto, l’attenzione verso le persone più fragili, la fantasia della carità, comporranno man mano anche il cambiamento socio- culturale che tale iniziativa potrà innescare, in una zona di periferia, come quella di Novoli, che affronta grandi urgenze sociali».

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