lunedì 15 aprile 2013
Indetta da Benedetto XVI, l’iniziativa voluta per dare maggiore forza alla testimonianza del Vangelo sarà portata avanti dal nuovo Pontefice che non ha chiesto variazioni al programma. Gli appuntamenti su due livelli: nelle diocesi e sulla tomba di Pietro, dove sono attesi anche confraternite, seminaristi, associazioni e movimenti. (Gianni Cardinale)
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«Siamo grati e felici che papa Francesco abbia manifestato la volontà di continuare tutto il programma dell’Anno della fede così come era stato pensato e stabilito». L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ha già visitato oltre trecento diocesi da quando ha assunto l’incarico a fine del 2010 e vede questo anno come un’esperienza importante di nuova evangelizzazione. Con il nuovo Pontefice l’impegno non sembra essere diminuito. «Papa Francesco lo scorso ottobre, quando era arcivescovo di Buenos Aires, aveva scritto una bella lettera pastorale sull’inizio dell’Anno della fede», spiega il presule ad Avvenire. E aggiunge: «Nel testo - pubblicato alcuni giorni fa dalla Lev col titolo Varcare la soglia della fede - il Papa invitava la sua diocesi a vivere intensamente questo periodo speciale promosso da Benedetto XVI. Ora con il nostro nuovo Pontefice possiamo continuare con gioia questo Anno anche con la serie dei grandi eventi previsti».Quali sono quelli all’orizzonte?Un appuntamento importante è previsto per domenica 28 aprile, con la celebrazione delle Cresime da parte del Papa nel corso della Messa in piazza San Pietro. Sarà un momento di grande festa.Come si articolerà?L’evento sarà preceduto da momenti che sono comuni a tutti i grandi eventi dell’Anno della fede. E cioè in primo luogo il pellegrinaggio alla Tomba di Pietro che culmina nella professione di fede niceno-costantinopolitana recitata davanti ad essa. Poi la possibilità di confessarsi anche in alcune chiese che si trovano nei pressi del Vaticano. Quindi un momento di catechesi comunitario per ciascuno dei gruppi linguistici. Senza contare poi che nel corso di ciascun evento ci sarà una chiesa in cui sarà possibile fermarsi in qualsiasi ora per l’adorazione eucaristica. Questi quindi i gesti comuni a tutti gli eventi dell’Anno della fede e che vogliono segnare la logica sottostante al ricordo della fede: è un incontro con il Signore Gesù e anche momento di professione e celebrazione della fede, di intensa preghiera e testimonianza.Riguardo all’appuntamento specifico delle Cresime che ci può dire?Saranno in più di quaranta i ragazzi e le ragazze che, provenienti da tutto il mondo, riceveranno il Sacramento dalle mani di papa Francesco. Sarà una celebrazione quindi che esprimerà bene la cattolicità della Chiesa. Sono giovani che portano con sé il desiderio di essere confermati nella fede ma anche simbolicamente il dramma di diversi Paesi che stanno vivendo una particolare situazione di sofferenza.Da quali Paesi provengono?Per l’Italia verrà anche un giovane dalla diocesi di Carpi, la più colpita dal terremoto che ha devastato l’Emilia un anno fa. Avremo inoltre la presenza significativa di un ragazzo disabile per rappresentare questo mondo privilegiato per la Chiesa. Arriveranno poi dei cresimandi dalla Repubblica democratica del Congo, dal Libano, dall’India, dalle Filippine, dalla Nigeria, da Haiti, dalla Cina continentale.Come sono stati scelti?Noi abbiamo individuato i Paesi, poi ci siamo rivolti ai vescovi locali che hanno segnalato i nomi.Ci sarà un momento di festa dopo la celebrazione eucaristica?Certamente. E poi il Papa farà un piccolo ma significativo regalo ai cresimandi. Di cosa si tratta?Sarà una sorpresa. Poi i cresimandi pranzeranno insieme ai parenti e agli accompagnatori nell’atrio dell’Aula Paolo VI. Infine nella Sala Nervi ci sarà un momento festa vera e propria aperto a tutti. Il programma è molto intenso ed è pensato specificatamente per i ragazzi. Ci saranno musiche ma anche testimonianze significative.Una curiosità. Papa Francesco parteciperà al pranzo con i cresimandi?Il Pontefice ci ha ormai abituato a questo rapporto immediato di condivisione e semplicità. Perché non aspettarsi quindi qualche bella sorpresa?Eccellenza, quando il programma dell’Anno della fede è stato studiato e preparato con papa Benedetto XVI. Ora con papa Francesco ci si deve aspettare che questo programma venga confermato?Il programma dell’Anno della fede è stato pensato in due modi differenziati. Il primo da vivere nelle diocesi, nelle parrocchie, nei movimenti, nelle associazioni, in tutte le varie realtà ecclesiali. Devo dire che ha questo livello c’è stata una grande risposta. Sono tante ad esempio, le parrocchie che hanno approfittato di questo periodo per riflettere sulla fede. In molte diocesi poi si moltiplicano le riflessioni sui documenti del Concilio Vaticano II per il 50° anniversario, e non è un caso che l’Anno della fede sia stato indetto proprio approfittando di questa ricorrenza. Questo è il livello locale di programmazione, che procede, per così dire, in modo autonomo.E a livello centrale, qui a Roma?Abbiamo cercato di trovare dei momenti in cui le diverse realtà della Chiesa esprimessero una testimonianza più forte, in modo da manifestare in modo più evidente che la fede va anche testimoniata in maniera pubblica. Ecco quindi i vari eventi ospitati qui a Roma e guidati dal Papa. Ora siamo grati e contenti, ripeto, che papa Francesco abbia indicato la volontà di continuare tutto il programma così come era stato pensato  e stabilito.Dopo la domenica delle Cresime quali sono gli appuntamenti successivi dell’Anno della fede alla presenza del Papa?La domenica 5 maggio ci sarà la Giornata delle confraternite e della pietà popolare, che come ci insegna papa Francesco è uno strumento privilegiato di evangelizzazione. E il 19 maggio, domenica di Pentecoste, quella dei movimenti delle associazioni e delle aggregazioni ecclesiali. Il 2 giugno poi è prevista la solenne adorazione eucaristica in contemporanea mondiale. Il 16 giugno la Giornata dell’Evangelium Vitae per dimostrare il valore sacro della vita umana in ogni sua fase. E il 7 luglio quella dei seminaristi, delle novizie e dei novizi. E così via. Dopo di questo vivremo la Gmg e gli altri eventi da settembre fino alla conclusione dell’Anno in novembre. Come si può notare il programma è denso ma siamo certi che il Signore ci sosterrà per portare avanti nella gioia l’impegno apostolico che Benedetto XVI ci ha affidato e che papa Francesco ci ha confermato.
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