martedì 5 marzo 2013
L'arcivescovo di Milano scrive agli studenti dell'Ateneo fondato da padre Gemelli, che oggi inaugura il nuovo anno accademico: «Il rapporto maestro-discepolo è insostituibile». «Si tratta di rinnovare con forza la consapevolezza dell'identità e dell'orizzonte cattolico dell'Università e della sua missione accademica ed educativa». ​​
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Cerimonia d'inaugurazione dell'anno accademico 2012-2013, stamattina a Milano, per l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Il programma della mattinata, che prevedeva il saluto del cardinale Angelo Scola, Presidente dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori, e la prolusione del cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, ha visto la lettura dei messaggi inviati dai due porporati, impegnati nelle stesse ore nelle cosultazioni dei cardinali in Vaticano, in vista del Conclave.

 

Dopo il discorso inaugurale del rettore Franco Anelli è stato letto il messaggio mandato dal cardinale Scola, incentrato sulla figura del Pontefice emerito, Benedetto XVI. «La rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino e l'attesa orante del nuovo Papa domandano a tutti noi uno scatto di verità e di responsabilita», ha scritto l'arcivescovo di Milano. "Si tratta di rinnovare con forza - scrive Scola nel suo saluto - la consapevolezza dell'identità e dell'orizzonte cattolico dell'Università e della sua missione accademica ed educativa" nati "dalla geniale intuizione di alcuni cristiani, il padre Agostino Gemelli, Ludovico Necchi, Armida Barelli, Filippo Meda ed Ernesto Lombardo, i quali ricevendo l'approvazione dell'allora papa Benedetto XV resero possibile l'inaugurazione dell'Università" nel 1919. Per Scola "la missione propria dell'Università Cattolica, così come i suoi fondatori l'hanno immaginata, non puo' esprimersi adeguatamente se tutte le sue componenti non fanno proprio, personalmente e come comunità accademica" il richiamo di Benedetto XVI a "un allargamento del nostro concetto di ragione e dell'uso di essa", perche', "con tutta la gioia di fronte alle possibilità del'uomo - è la citazione del discorso di Regensburg - vediamo anche le minacce che emergono da questa possibilità e dobbiamo chiederci come possiamo dominarle. Ci riusciamo solo se ragione e fede si ritrovano unite in un modo nuovo; se superiamo la limitazione autodecretata della ragione a ciò che è verificabile nell'esperimento e dischiudiamo ad essa nuovamente tutta la sua ampiezza". Per Scola "è un dato di fatto che esistono forme di razionalita' differenti dalla razionalità scientifica" ma "il richiamo di papa Ratzinger tuttavia ha bisogno di comunità accademiche in cui esso possa diventare esperienza reale di ricerca, insegnamento e studio". E su questo, "sono celebri le parole della saggezza medievale che continuano a ben esprimere l'ideale universitario come incontro di libertà, quella del maestri e quella dei discepoli: 'Siamo come nani sulle spalle dei giganti - conclude Scola citando Pietro di Blois - grazie ai quali riusciamo a vedere molto più in là mentre, rivisitando le loro più nobili riflessioni contenute nei testi degli antichi che la distanza di tempo o la trascuratezza degli uomini avevano fatto dimenticare, ormai quasi morti li facciamo rivivere in una novita' sostanziale'". Un pensiero al Papa emerito ed al suo sforzo anche sul tema dell'ecumenismo, negli otto anni di pontificato, è stato rivolto dal cardinale Tauran nella sua prolusione inviata agli studenti. «Diventa fonte di mutuo arricchimento per chi lo pratica, e contribuisce all'armonia delle società. Per questo, per noi credenti, il dialogo interreligioso è non solo una sfida, ma soprattutto un'occasione da cogliere». Secondo Tauran, il dialogo tra le religioni «può aiutarci a passare dalla ricerca umana attraverso la mutua collaborazione per la costruzione della società alla possibile scoperta della verità nel nostri camminare insieme e nella nostra testimonianza». «Appare certo che di fronte alla "liquefazione" della società le università non possono restare come rocce inanimate e ottuse: sarebbero destinate ad una progressiva erosione per effetto proprio del fluire dei fenomeni sociali che corrono attorno a loro»: è un passaggio del discorso del rettore Anelli. «È esperienza diretta di tutti che si stanno attraversando tempi difficili e incerti. Il progressivo scomporsi - ha proseguito Anelli - delle strutture che avevano caratterizzato l'essenza del mondo europeo occidentale per decenni impone alle università di interrogarsi sul loro ruolo".
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