martedì 12 marzo 2013
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Saranno anche iperconnessi e tecnologicamente di una generazione avanti. Ma in Abruzzo, ai piedi del Gran Sasso, sono venuti tutti con una banalissima penna, spesso addirittura una bic. Sono venuti in 12mila, ieri, per continuare un rito che si compie puntuale da trentadue anni: la benedizione di quelle penne da cui usciranno temi, equazioni, versioni, a cento giorni esatti dal tanto atteso esame di maturità. Sono venuti, per l’ennesima volta, per divertirsi, giocare, cantare, ma soprattutto per cercare lo sguardo amico di San Gabriele, il santo giovane che da centocinquant’anni esatti riposa in questo lembo d’Abruzzo. Gli studenti dell’ultimo anno delle superiori sono arrivati alla spicciolata fin dalle prime ore del mattino, in pullman o in macchina, anche dalle vicine Marche, dal Molise, dall’Umbria e dal Lazio. Zaini in spalla, qualche pallone, magliette colorate, frasi ad effetto, tanta allegria, i giovani sono stati accolti dai padri passionisti del santuario, infaticabili animatori di una giornata speciale segnata anche da una pioggia dispettosa. In programma due Messe e un momento di meditazione nella cripta, accanto al corpo di San Gabriele. Almeno una trentina, poi, i sacerdoti impegnati nelle confessioni: centinaia e centinaia i ragazzi che hanno colto l’occasione per sperimentare una dimensione diversa dello stare insieme, sotto il segno del santo giovane. Ci ha pensato padre Aurelio D’Intino, responsabile della pastorale giovanile del santuario, a indicare una rotta a tutti i presenti. Nel corso dell’omelia della Messa delle 11.30, il passionista ha invitato «a volersi bene, nel senso più profondo del termine: dobbiamo imparare a voler bene alla propria vita, ad andare a fondo, a divertirci ma anche ad essere responsabili. Non ci stancheremo mai di ripeterlo: gli esami continuano tutti i giorni, e la verifica della propria vocazione è un percorso quotidiano. Con la maturità, si spalancano le porte a nuovi orizzonti: ognuno di voi dovrà fare la propria parte». San Gabriele è un compagno e un modello indispensabile in questo percorso: «Nel santo che siete venuti ad incontrare oggi – ha aggiunto padre Aurelio – lo straordinario è diventato ordinario. Gabriele ha saputo chiedersi qual era il progetto di Dio sulla sua vita, e ha speso tutta la sua esistenza dicendo sì alla risposta d’amore di Dio. Il mio augurio - ha concluso - è che voi tutti, come San Gabriele, sappiate fare la vostra parte: il Signore sarà fedele, ma è necessario, direi indispensabile il vostro impegno e la vostra responsabilità, altrimenti ogni sforzo sarà vano. Questo è il vero cammino della maturità».In entrambe le celebrazioni, i ragazzi e i sacerdoti hanno pregato per il conclave e per l’elezione del nuovo papa. Poi, all’uscita delle messe, la benedizione delle penne, con i passionisti "armati" di ramoscelli d’ulivo per aspergere le migliaia di braccia protese nell’aria. Nel pomeriggio, è stato sempre padre Aurelio a guidare un breve ma intenso momento di preghiera nella cripta, dove i ragazzi sono scesi per pregare insieme al Santo: a tratti commovente il silenzio, seguito da preghiere spontanee, una meditazione, alcuni canti e la benedizione finale.È terminata, così, un’edizione che i padri passionisti hanno voluto all’insegna della "tolleranza zero": grazie alla collaborazione con le forze dell’ordine, si è evitato che lo sballo potesse prendere il sopravvento, riducendo la bellezza di una giornata che spalanca le porte alla vera maturità.
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