martedì 3 maggio 2016
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«Di fronte a tanti suicidi, a tante vite sacrificate da un’economia senza cuore, non possiamo restare indifferenti. Ma come spezzare la dinamica della disperazione, ridare coraggio, spingere lo sguardo oltre l’ostacolo giocandoci tutte le carte a nostra disposizione?». Nasce da questa domanda, pressante, Impresa orante, la rete di preghiera per il mondo del lavoro lanciata dalla torinese Maria Chiara Martina, esperta di comunicazione con esperienze internazionali tra la Francia e gli Stati Uniti e a sua volta imprenditrice nel settore moda con “Fioredentro” nata per valorizzare i saperi e i talenti del territorio. Toccando con mano le fatiche che ogni imprenditore conosce, nella partita della crisi ha osato scoprire sul tavolo una carta a sorpresa: la preghiera. Insieme a don Danilo Magni dell’Opera del Murialdo – voluta proprio per condividere la vita degli operai – ha steso meditazioni sui misteri del Rosario centrate sull’economia e il mondo dell’impresa, proponendo di recitarlo, una volta a settimana, nel luogo di lavoro. «La preghiera è potente, genera serenità, suggerisce strade nuove – riflette Martina – e pregare là dove si fatica vuol dire contagiare l’ambiente con un’atmosfera positiva. Il punto è: come cristiani, crediamo o no nella potenza della preghiera?». A un anno di distanza, Mariachiara ne ha la prova tangibile nei tanti incontri che sta vivendo tra le “cellule” di Impresa orante nate tra Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia fino a Giugliano, in Campania. La più numerosa raggruppa una ventina di persone e si riunisce nel palazzo della Provincia di Cuneo. Le altre sono realtà più piccole, in aziende e laboratori artigianali. «Quando sei venuta a parlarci di Impresa orante – si è sentita dire da un metalmeccanico piemontese alcuni mesi fa – ho pensato che eri fuori di testa. Poi ho provato e oggi ti dico: io che non vado mai in chiesa, il martedì, quando diciamo il rosario, è il giorno che aspetto di più». Il “format” è semplice: si recita il Rosario con le intenzioni scaricabili dal sito www.impresaorante. org – «ognuna comincia con un grazie, perché si ha sempre un motivo per essere riconoscenti » –, si invocano i patroni del luogo e si conclude con la preghiera a san Giuseppe, protettore dei lavoratori. Se a mettersi in moto di solito sono gli imprenditori, e in primis le donne, nel Piacentino, a Castel San Giovanni – paese natale del cardinal Agostino Casaroli, che fu segretario di Stato vaticano durante il pontificato di Giovanni Paolo II – è un gruppo di dipendenti e pensionati ad aver dato il “la” a una cellula di Impresa orante. «Sul lavoro a tutti succede di fare i conti con frustrazioni e sofferenze, con ritmi frenetici che non aiutano le relazioni – spiega il referente Paolo Brega –. La preghiera è un aiuto ad affrontarli con spirito costruttivo». «Non siamo qui perché pregando i problemi si cancellano – evidenzia Renzo Scarabelli, artigiano in pensione –. La preghiera ci aiuta a fare comunione: non si vedono più solo i propri problemi, ma si accolgono e si hanno a cuore anche quelli degli altri». © RIPRODUZIONE RISERVATA Maria Chiara Martina Il momento di preghiera in una fabbrica (tratta da Internet)
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