martedì 5 marzo 2013
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Alle emozioni copiose della settimana scorsa stanno facendo seguito le giornate delle Congregazioni generali, decisamente più avare di notizie. Un silenzio che si fa più stretto quanto maggiore è la pressione dei media di tutto il mondo sui 110 cardinali giunti sinora a Roma (ma sono in arrivo gli ultimi cinque elettori attesi).
Dall’aula del Sinodo in Vaticano, dove i cardinali si sono riuniti per la seconda giornata del loro confronto sui temi che attendono la Chiesa e il nuovo Papa, filtrano solo il messaggio sobrio e affettuoso (in linea con lo stile del destinatario, si direbbe) inviato al Papa emerito, a Castel Gandolfo, e l’annuncio di una speciale preghiera del Collegio cardinalizio in San Pietro. Un modo per esprimere comune impegno, fraternità, sintonia per identificare il profilo del nuovo Papa. Alla formidabile (e ovvia) attenzione giornalistica, moltiplicata in questo pre-Conclave 2013 dal proliferare dei linguaggi digitali, corrisponde il riserbo raccolto dei cardinali: le loro figure serie ma tranquille comunicano assai più che a parole, e dicono di una Chiesa che cerca dentro di sé la voce del Maestro sapendo di poterla cogliere, se l’ascolto sarà vero e condiviso.
La Cappella Sistina, che ha chiuso i battenti dietro l’ultimo turista, si prepara ad accoglierli. La potenza delle figure michelangiolesche offrirà ai 115 elettori l’eco confortante per la scelta attesa dal mondo che sta col fiato sospeso, tutt’attorno.
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