mercoledì 9 agosto 2017
Dalla Bolivia al carcere minorile le esperienze di Ravenna-Cervia. Il tempo estivo è momento provvidenziale per accrescere il nostro impegno di ricerca e di incontro con il Signore
Il volto missionario dell'estate «giovane»
COMMENTA E CONDIVIDI

Al termine di un corso missionario, organizzato dal Centro missionario e dalla Pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Ravenna-Cervia, diversi giovani e adulti hanno deciso di trascorrere una parte delle vacanze estive in missione in Italia o all’estero. I giovani Barbara Buccelli, Mauro Giacoia e Simone Albani, della parrocchia di Pinarella sono stati impegnati a Trapani l’ultima settimana di luglio per un campo “fuori le mura”, organizzato dall’associazione Papa Giovanni XXIII all’interno di un carcere minorile, e sono stati affiancati da un sacerdote dell’associazione fondata da don Oreste Benzi. Racconta la ventenne Barbara: «Ho sempre desiderato di fare un’esperienza missionaria, ma prima ero troppo piccola.

Grazie a un contatto con il centro missionario di Ravenna, ho iniziato a partecipare ai loro incontri formativi che mi hanno colpito molto. Le esperienze missionarie proposte, il donarsi agli altri, anche nelle piccole cose, mi ha impressionato positivamente». Il compito per i tre giovani è stati piuttosto impegnativo. «La mattina eravamo con i minori – spiega Barbara – e il pomeriggio con le loro famiglie. Al centro l’animazione e a ospitarci è stata una casa famiglia della Papa Giovanni. So che non è facile, ma so anche che, là dove c’è la sofferenza, l’uomo rinasce».

Da oggi al 30 agosto, invece, tre giovani e quattro adulti della parrocchia salesiana dei Santi Simone e Giuda di Ravenna andranno in Bolivia per trascorrere tre settimane con i diciotto bambini che frequentano la scuola all’interno dell’oratorio salesiano di Sagrada de Corazon. Racconta la giovane Olga Giannoni: «Potrebbe essere un’espe- rienza che ti può cambiare la vita e la prospettiva con cui vivi le cose di tutti i giorni. Io poi sono nata in Colombia, sono stata adottata, per me è un viaggio ancor più significativo. Per sostenere il viaggio abbiamo fatto delle iniziative di auto-finanziamento, ma vorremmo portare qualcosa anche alle persone bisognose del mio Paese d’origine.

A tal fine stiamo pensando di realizzare alcune iniziative in parrocchia». Saranno venti giorni impegnativi, per il gruppo missionario ravennate. «Staremo più che altro con i bambini – dice Olga –, e aiuteremo a costruire alcune parti del villaggio che fa parte del territorio in cui è l’oratorio. I bambini ospitati nell’oratorio vi restano dal lunedì al venerdì, frequentando la scuola, perché i loro villaggi sono a chilometri di distanza, non avrebbe senso farli tornare a casa ogni sera». Conclude Olga: «Spero che quest’esperienza mi aiuti a cambiare la mia vita e quella degli altri».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: