giovedì 24 marzo 2016
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Isuoi occhi si stanno spegnendo a causa di una malattia rara che colpisce gradatamente ma inesorabilmente la vista e l’udito. Così Elizabeth Myers, una bambina di sei anni che vive a Bellville, nell’Ohio, prima che la luce si spenga del tutto vorrebbe vedere papa Francesco. Un desiderio che ha fatto il giro del mondo attraverso televisioni e giornali, mettendo in moto una grande gara di solidarietà e soprattutto arrivando alle orecchie del Papa, che mercoledì 30 a San Pietro la accoglierà nel suo abbraccio paterno. Aveva cinque anni, Elisabeth, quando i medici hanno comunicato ai suoi genitori la temibile diagnosi: sindrome di Usher, malattia genetica e degenerativa tuttora inguaribile, che entro poco tempo chiuderà la piccola in un bozzolo senza luci e senza suoni, ma non per questo privo di amore e di forti stimoli di vita. Tanto più che la piccola non è sola, anzi, l’idea di stilare una lista di luoghi e persone da farle vedere finché è ancora possibile è dei suoi genitori, pronti a ogni sacrificio per immagazzinare nella sua memoria i più bei “ricordi visivi” per il futuro. Hanno iniziato con le stelle, portando la bimba all’osservatorio astronomico vicino a casa. Poi sulla spiaggia, ma non in un orario qualsiasi, «all’alba per vedere il sorgere del sole». E anche a teatro, allo spettacolo di Mary Poppins. Tutte gioie di riflesso riservate anche alla sorellina Kayla, tre anni: ci sarà anche lei mercoledì prossimo al fianco di Elizabeth, insieme alla madre Christine e al padre Steve, quando papa Francesco alla conclusione dell’udienza generale incontrerà la famiglia americana, rendendo realtà il sogno più grande della bambina, come raccontano i familiari. « Volevamo che una delle ultime immagini che potrà vedere fossero quelle della persona che più l’ha colpita. A Lizzy piace il modo paterno e confidenziale con cui Francesco dialoga con tutti, ma soprattutto con i bambini, e per questo lo ammira moltissimo». Per ora la piccola non sa della malattia che l’ha colpita, ci sarà tempo per abituarsi pian piano a un campo visivo sempre più stretto e sfocato, ma sa invece che per un misterioso motivo i suoi sogni vengono realizzati, basta che lei dia una priorità. «Incontrare il Papa » è stata la sua risposta, e in tanti si sono mobilitati. Lo ha fatto l’Unitalsi, che si è posta come tramite per far pervenire a Casa Santa Marta (dove risiede il Papa) la richiesta, lo hanno fatto tanti amici di famiglia o invece persone sconosciute, che hanno raccolto i soldi, ma lo ha fatto anche la compagnia turca Turkish Airlines, donando alla famiglia i biglietti aerei, e l’“Appia Antica Resort”, hotel romano che la ospiterà. L’Unitalsi, inoltre, metterà a disposizione la sua esperienza di sostegno ai malati nei pellegrinaggi per accompagnare all’udienza generale la famiglia Myers. «È una storia commovente, ci ha coinvolti anche emotivamente – spiega Emanuele Trancalini, presidente Unitalsi di Roma –. Abbiamo messo a disposizione i nostri mezzi per l’incontro con il pontefice e per fare comprendere ai genitori di Lizzy che non sono soli nella battaglia contro questa terribile malattia». Ciò che i volontari sanno bene, infatti, è che la prima cura da dare alle famiglie che affrontano il dramma di una sindrome rara è proprio non lasciarli soli. «Sicuramente inviteremo i Myers a Lourdes in occasione del nostro consueto pellegrinaggio di ottobre per fare insieme un cammino di speranza e di fede». Ancora non sono noti i particolari dell’incontro diretto tra papa Francesco e la bambina, ma secondo l’Unitalsi avverrà alla fine dell’udienza generale, anche se nulla è escluso, nemmeno un invito nella residenza di Santa Marta con i genitori e la sorellina. « Mia moglie è di origini italiane e noi siamo cattolici – spiega il padre –, ecco perché desideravamo che Lizzy vedesse anche Roma e le opere d’arte di cui la città è stracolma. E poi magari le terre a sud di Roma, da dove proviene la famiglia di Christine » . Paesaggi, colori, bellezze artistiche o naturali che Elizabeth non perderà mai, perché quando gli occhi non funzioneranno più li vedrà dentro di sé, nell’archivio della sua memoria. E dentro sé conserverà anche il viso di Francesco, come il suono delle sue parole. Il privilegio dei ciechi, spesso, è di vedere molto più in là di chi guarda solo con gli occhi e l’augurio è che anche in futuro la piccola americana continui a mettere in moto circoli virtuosi come quello che ha scatenato in questo Giubileo della misericordia. Volando su un aereo turco ad abbracciare il Papa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Due immagini di Elizabeth Myers
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