martedì 29 maggio 2012
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L’ultimo contatto con don Ivan risale a ieri sera, una mail in redazione al settimanale diocesano, con alcune immagini e un breve commento, come sollecita risposta a una richiesta di aggiornamento sulla situazione che pensavamo ormai di post terremoto. Un prete schietto e diretto, con una predilezione per i poveri, gli emarginati, i sofferenti: parroco, cappellano dell’ospedale e del carcere di Modena. Questo basta per dire di quale carità era capace questo sacerdote. Mi diceva un suo parrocchiano dopo la messa di domenica sotto un tendone: «Sono rimasto colpito dalla paternità che ha saputo trasmettere a tutti noi in questo momento di smarrimento».E chi lo ha accompagnato nel recente viaggio in Africa, in Malawi, riferisce della sua smisurata generosità e capacità di stare accanto agli ultimi. Ora don Ivan non c’è più e in tanti sono rimasti orfani di un padre così. Ecco quanto scriveva ieri sera che, letto oggi, appare una consegna che raccogliamo con immensa nostalgia, confidando nel Signore. Ecco le foto promesse. Se è possibile stampa tutte due quelle della Cappellina del Santissimo. La Madonnina è la statua che io uso per la tradizionale Processione della Madonna del Voto, alla Domenica in Albis, che si svolge come ringraziamento per fine peste del 1500 e il quadro, commissionato dai roveretani di allora per l'occasione, verrà presto portato fuori dalla chiesa, come da telefonata ricevuta, con altre opere d'arte, dai vigili del fuoco. Come spiegherò alla gente vedo una certa analogia tra la motivazione della processione del Voto e quella che faremo a fine di questo maggio funestato dal terremoto che, in Rovereto, non ha fatto vittime. E' una processione di ringraziamento e di invocazione ad essere forti nella fede nelle prove. Sì don Ivan, saremo forti nella fede nelle prove di questa tragedia.
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