lunedì 15 luglio 2013
​Il grande ponte aereo dei giovani italiani verso Rio de Janeiro 2013 è cominciato. Oltre 1.200 ragazzi (sui 7.000 complessivi) parteciperanno nei prossimi giorni alla settimana missionaria, appuntamento che precede la Gmg...
COMMENTA E CONDIVIDI
​Il grande ponte aereo dei giovani italiani verso Rio de Janeiro 2013 è cominciato. Oltre 1.200 ragazzi (sui 7.000 complessivi) parteciperanno nei prossimi giorni alla settimana missionaria, appuntamento che precede la Gmg vera e propria e reinventa quelli che nelle precedenti edizioni erano i gemellaggi con le diocesi del Paese ospitante. Il resto sbarcherà invece più o meno in coincidenza con l’arrivo di Papa Francesco.Ancora una volta, dunque, si ripete la "trasfusione" di sangue italiano nelle vene del più importante evento giovanile del mondo. Una costante che accompagna fin dall’inizio la storia ormai ultraventicinquennale di questa invenzione di Giovanni Paolo II. Il ponte aereo, infatti, si era ripetuto più o meno nelle stesse proporzioni sia a Buenos Aires nel 1987, sia a Denver nel 1993. E perfino quando la Gmg ha sfiorato gli estremi confini della Terra (Manila 1995 e Sydney 2008) non è mancata una convinta adesione dei nostri ragazzi. Non stupisce, dunque, che anche in Brasile il contingente tricolore sia il più numeroso tra quelli che giungeranno da Oltreoceano. E già questo non è un risultato da poco, considerato il contesto economico (la crisi persistente) e geografico (la distanza tra i due Paesi, il costo non indifferente della trasferta) in cui la Gmg si svolge. Tuttavia il dato numerico della partecipazione va oltre la mera cronaca. E trasmette messaggi in diverse direzioni, che è utile raccogliere e decodificare. Il primo messaggio è quello che la Chiesa lancia al Paese. Una Chiesa, quella della Penisola che ha sempre creduto nei giovani e vi ha investito risorse educative e materiali, che hanno trovato poi nelle Giornate mondiali e nella nascita del Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei il loro naturale completamento. Le Gmg in particolare sono diventate l’ago e il filo con cui i vescovi italiani hanno saputo cucire momenti di straordinaria aggregazione (come gli Incontri mondiali, Eurhope 1995 e l’Agorà dei giovani del 2007) con il lavoro pastorale ordinario, ottenendone un abito su misura che ha finito per ringiovanire lo stesso corpo ecclesiale. Anche questo non è un risultato da sottovalutare. In un’epoca in cui i giovani sono spesso considerati un problema, anziché una risorsa, la Chiesa italiana va in controtendenza, affermando con i fatti che dar loro fiducia produce frutti e torna a vantaggio dell’intera società. Il secondo messaggio è quello che gli stessi ragazzi trasmettono ai loro coetanei e a tutta l’Italia. Non solo quelli che andranno a Rio, ma anche il più vasto numero di coloro che seguiranno la Gmg restando a casa e avvalendosi delle moderne tecnologie. Nelle diocesi sono stati organizzati circa 40 eventi di contemporaneità con la Giornata mondiale. E il numero è probabilmente destinato a salire. Dunque i 7.000 di Rio sono solo la punta di iceberg di un popolo giovanile che pur vivendo nel mondo e usandone mezzi e potenzialità, ha compreso che non da internet, dal denaro o dagli smartphone verrà la salvezza, ma dalla Parola di Uno che duemila anni fa è salito sulla croce e che da allora non smette di aprire le braccia a tutti, proprio come fa la statua simbolo, il Cristo del Corcovado, della Gmg del 2013. Questi giovani, che vivono come gli altri il dramma della precarietà affettiva e lavorativa, che spesso vengono sbrigativamente bollati come inaffidabili proprio da quelle generazioni di adulti che hanno favorito le premesse della crisi attuale (e di cui gli stessi giovani rischiano di pagare il conto più salato), vanno a Rio (o seguiranno l’evento in tempo reale dall’Italia), per dire invece che su di loro possiamo contare. Non in base a un ottimismo giovanilista di facciata, ma perché essi stessi hanno scelto di fondare la loro esistenza sulla Speranza che non delude.<+copyright>
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: