lunedì 21 gennaio 2019
A Panama city, la moderna capitale, da giorni sono già al lavoro molti volontari. Le storie di alcuni di loro: madre e figlio italo-panamensi, l'imprenditore sardo-romano Francesco...
Giovani volontarie a Panama (Christian Gennari / Siciliani)

Giovani volontarie a Panama (Christian Gennari / Siciliani)

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La Gmg è come sempre un festival di incontri e di volti. E si inizia subito, fin dalle primissime battute, anche se la gran parte dei ragazzi arrivati a Panama si trova ancora nelle diverse diocesi per i consueti gemellaggi. A Panama city, la moderna capitale, sono già al lavoro molti volontari. E lo sono da giorni. “Per un po' si può fare – racconta Amanda Destro, qua dal 1978, padre padovano e madre panamense -. Mi hanno chiesto se davo una mano per la Gmg visto che conosco l'italiano. Quindi mi sono ritrovata a essere la responsabile della risoluzione dei problemi del media center. Fare tutti i giorni dalle 5 del mattino fino all'una di notte è una bella avventura, ma per un paio di settimane ci può stare”.

La sua è una storia curiosa. La madre arrivò in Italia per studiare geologia. Fu la prima geologa del Panama e a Padova incontrò l'uomo della sua vita. Ora i destini si incrociano ancora con la città veneta, soprattutto a motivo dell'università. Il figlio di Amanda,
21 anni e pure lui volontario al media center, ha il desiderio di andare a frequentare Astronomia proprio a Padova. “Ci sto provando a entrare”, racconta Dario mentre dice anche della sua attuale attività di steward per una compagnia aerea.
I casi curiosi di Amanda non sono finiti. Dal 2016 gestisce qui il primo museo dei bottoni presente in America Latina. “L'80 per cento di ciò che esponiamo è di provenienza italiana - dice con un certo orgoglio -. Se avete un po' di tempo, è da visitare”.

A Panama da dieci è anche Francesco Tanas, romano con chiare origini sarde. Imprenditore in procinto di cambiare settore di attività, gli è stato chiesto di rendersi disponibile per le traduzioni in italiano. “Non frequento molto la chiesa – dice subito -. Sono
battezzato e credo in Dio, poi non so bene del resto. Ora sono qui, visto che avevo del tempo a disposizione in attesa di nuove decisioni lavoratice”. Gli fa eco Mariangela Pace, sposata, due figli, una frequentazione costante alla vita della chiesa locale. “Anche a me è stato chiesto di intervenire per l'italiano, visto che sono figlia di emigrati. Così mi sono messa a disposizione, per quel che posso essere utile”.

La Gmg, un intreccio di storie, di uomini e di donne che dicono un loro sì. Lo stesso sì di Maria, “Ecco la serva del Signore...”, che campeggia come tema di questa 34esima Giornata mondiale.

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